L'auspicio

06/08/2020 alle 19:01.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Che la Roma torni a vincere potrebbe accadere anche in questo anomalo agosto, "bastano" quattro partite. Ad ampio spettro la Roma che non vince da dodici anni ha bisogno di mettere qualcosa in bacheca. Non ci è riuscita finora con il consorzio capitanato da , anche quando c'erano le possibilità di arrivare al traguardo. Una finale persa che ha cambiato forse irrimediabilmente la percezione della Roma stessa.

Edizioni di Coppa Italia affrontate in modo troppo sciatto, quasi provocatorio, perché al trofeo non è mai stata data la giusta importanza, per paradosso oggi più mediatica che effettiva. Prendiamo come esempio la Lazio e il . In questi anni non hanno fatto tanto di più della Roma, ma vincendo alcune coppe Italia hanno regalato gioie concrete ai tifosi, che non per incapacità ma per indole penseranno sempre prima al campo e poi, semmai, allo sviluppo del club e ai suoi bilanci. Che poi i bilanci della Roma sono andati via via peggiorando, perché la Roma ha affidato, in attesa dell'agognato stadio, tutto ai risultati, quindi ai premi Uefa, quindi ai diritti televisivi.

Azione spericolata perché, nel frattempo, i veri errori non erano quelli commessi dai direttori sportivi, ma dai comparti commerciali, marketing. La Roma non ha saputo implementare le voci del fatturato che si alienano dalla res sportiva. Non a caso in questi anni ha quasi cambiato più dirigenti marketing che allenatori. Ha rotto in anticipo un contratto decennale con lo sponsor tecnico, col quale a distanza aveva battibeccato pesantemente cinque anni fa, nel 2015, nel corso della sua ultima conferenza stampa in Italia. Insomma, la Roma deve crescere più di quanto abbia provato a fare in quei settori extra campo che portano soldi. Perché di rimando si eviteranno i tilt tipici di questo biennio causati da una gestione sportiva piena di errori.

Non si può sempre ridurre tutto ai piazzamenti. Anche nell’era del fair play finanziario. Che continuerà a vigere perché in fondo non dispiace ai club, che avrebbero avuto modo, dopo l’epocale annullamento della sentenza ai danni del Manchester City, di ribaltare le scrivanie di Nyon.

La Roma di Friedkin dovrà creare dei paracadute, ma per questo non serve l’esperienza del nuovo proprietario che ama gli aerei. Servono manager che nel calcio sanno come muoversi per rendere appetibile il marchio. Che ovviamente dovrà essere veicolato dalla squadra. Che dovrà identificarsi in determinati calciatori, su tutti Zaniolo. La Roma di Friedkin dovrà essere la Roma di Zaniolo. E non delle frange, dei direttori sportivi e dei rioni. Non dovranno esserci equivoci di organigramma. Non dovrà essere il direttore sportivo a fungere da frontman, non dovranno essere cooptati dirigenti se nel management saranno presenti figure incompatibili (come diavolo era possibile pensare che e Baldini potessero condividere la stessa realtà??).

Chiarezza e tempismo, questo l'augurio per la Roma. e chi andrà via con lui è già il passato. Nel calcio post post lockdown che non concede neanche il tempo per rifiatare fra una partita e l'altra, non c’è quasi neanche il tempo per fare bilanci sulle storie che si chiudono. Il passo deve essere spedito. Soprattutto se si eredità una realtà contabile sofferente. In bocca al lupo, Friedkin. Si lasci contaminare dalla nuova realtà ma non troppo.

In the box - @augustociardi75