LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Due mesi di pudore dialettico, perché se è vero che il calcio ha usato linguaggio e modi sguaiati per chiedere di ripartire, è altrettanto constatabile che fino a maggio non si è scesi mai agli infimi livelli per le polemiche che attorno al calcio proliferavano prima del lockdown. Poi, da tre settimane, il mantra “ripartiamo” utilizzato da donne e uomini che provano a fatica a rialzare la testa, nel mondo del pallone si è tradotto con “ricominciamo”.
Ricominciamo a scannarci, ricominciamo ad alimentare le polemiche, le zuffe di condominio, le risse di quartiere, ricominciamo a far girare i calcinculo delle giostre delle feste patronali. La Roma non si è sottratta al ripristino delle malsane abitudini, anzi, sembra abbia atteso le settimane antecedenti il ritorno delle partite per far parlare di sé, piazzando interviste incendiare, repliche e sospensioni con diabolica meticolosità.
Roma contro Sampdoria è quasi un toccasana. Spazio al calcio giocato, almeno a qualcosa servirà questa anomala coda di stagione. Arma a doppio taglio, perché Roma contro Sampdoria oltre che una partita sembra il cornicione di una finestra. Se non vinci, salti giù. Se vinci tieni in vita i buoni propositi, quantomeno non precipiti e pensi alla partita successiva. La Roma deve guardare l’Atalanta per l’unico obiettivo italiano, il quarto posto. E l’Atalanta è ripartita da dove si era fermata. Ritmo, schemi, avversario travolto. Primi trentotto minuti, tre gol, più due annullati e una traversa. E menomale che dopo due minuti, e un paio di mezze occasioni in contropiede, già si iniziava a elogiare il Sassuolo di De Zerbi, “coraggioso, con la forza delle idee, che mette in difficoltà chiunque”. Dopo due minuti. Potenza del fanatismo che premia i bravi a prescindere.
Se la Roma rimonta l’Atalanta in classifica fa un’impresa. Traduzione: serve un miracolo per arrivare quarti, e già questo dovrebbe indurre a un riflessivo silenzio la Roma tutta. Allungare il brodo della speranza con una vittoria mercoledì, perché mancarla equivarrebbe le restanti undici partite a una noiosissima via crucis svuotata di ogni significato. Al massimo a una mega pre-season finalizzata alla preparazione per l’Europa League di agosto. Un paradosso agonistico. Meglio liquidare la Sampdoria, continuando a coltivare la speranziella, auspicando che Gasperini ogni tanto si ricordi come si sbagliano le partite. Battere la Sampdoria in teoria è alla portata anche di questa chiassosa Roma. Poi, si vedrà.
In the box - @augustociardi