LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Avete mai sentito prima di questa estate allenatori parlare in termini poco lusinghieri (eufemismo) delle squadre con cui hanno trattato fino a pochi giorni prima? Forse, raramente, quasi mai. Lo sport dell’estate 2019 non è il footvolley, ma il dagli alla Roma. Chiunque passa dà uno schiaffo, calpesta cocci che magari neanche ci sono, svela dettagli, legge a suo modo il futuro della società giallorossa, quasi lanciando anatemi, fa la recensione non richiesta, e se ne va. O resta dove stava.
Digerita la considerazione poco elegante di Conte, che ci ha svelato che la Roma non è pronta per vincere nell’immediato (che rivelazione, non lo avevamo capito, strano che lui non se ne fosse accorto al punto di sedersi al tavolo e ascoltare la proposta), è la volta di Sinisa Mihajlovic. Badate bene, non Guardiola, ma l’allenatore del Bologna. Tre mesi-capolavoro, un passato tutt’altro che scintillante, ha usato come suo solito termini bellici, quasi apocalittici. Per lui è tutto una guerra. Secondo lui Roma e la Roma non erano pronte. Ce ne faremo una ragione. Mentre lui, professionalità pronto a tutto, ricorderà magari che venti giorni fa si batteva il petto sotto la curva nord. Legittimo è, ma da uomo di mondo qual è non può mostrarsi ingenuo o addirittura contrariato. Rimarrà al Bologna. Non andrà sulla panchina della Juventus o su quella del PSG.
La Roma l’allenatore lo ha trovato. Ora si volti pagina. Perché diventa urticante vedere gente passare e fare la scarpetta. L’unico modo è dare una svolta positiva. La svolta positiva passa per i risultati, figli di idee coerenti, convinte, di scelte condivise, di assunzioni di responsabilità, di azzeramento di equivoci e scaricabarile. La Roma deve essere compatta. Fare in modo che si riavvicinino tutti i tifosi, perché molti si stanno allontanando, si fanno condizionare da certe dichiarazioni. Si è innescato un meccanismo pericoloso secondo cui anche a chi non avrà espresso un parere verranno attribuite dichiarazioni atte a screditare una società e una squadra che già fanno abbastanza per meritarsi le critiche, senza che ci pensino gli altri a dover mettere il carico. La Roma deve essere brava ora più che mai a mettere il silenziatore, per fermare questa deleteria emorragia dialettica. Prima di dover leggere che anche l’allenatore dell’Aglianese ha preferito non legarsi alla Roma per problemi di gestione del club.
In The Box - @augustociardi