Si puó evitare il rimpianto Karsdorp?

08/01/2019 alle 20:26.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La sensazione forte che alla fine qualcosa di intentato potrebbe tormentare come un rimpianto. Estate 2017, la Roma con abile mossa compra Rick Karsdorp. Forza d’urto e spinta notevole. Da migliorare in fase difensiva, ma il campionato italiano serve, anche, a questo. Poi la storia è nota, arricchita o svilita, a seconda dei gusti, da quell’ormai banale dissacrante vizio che un tempo si chiamava disincanto romano, che oggi francamente un po’ ha rotto i coglioni: “se era sano non te lo facevano comprà”. E vabbè. Roma è la città in cui ognuno crede di avere una risposta e una soluzione per tutto. Peccato che Roma è anche la città che sta morendo per assenza di risposte e di soluzioni a tutto.

Karsdorp ha passato un anno tribolando. Sta bene dalla scorsa primavera. Doveva solo ritrovare la forma migliore e mettere minuti nelle gambe. Passa l’estate, inizia la stagione. Alla terza partita va in campo, in quell’obbrobrio tattico che ha partorito una formazione forse mai così sbagliata, in casa del Milan. Ciao Roma, prima sconfitta stagionale. Ciao, quasi addio, Karsdorp. Che rivedremo contro il Chievo. Due partite (manco intere) in mezza stagione. Una partita, la partita del crack al ginocchio, in quella scorsa. Tre partite su cinquantasette. Una partita a girone. Pagato quindici milioni di euro (bonus esclusi). Una partita, cinque milioni. Doveva essere il padrone della fascia destra. Ha giocato, in rapporto al numero di gare a disposizione, meno di Jonathan Silva. Ricordate? Arrivato convalescente. Sei mesi in prestito. Che nel girone di ritorno del 2017-18 di partite ne ha giocate due. Due in un girone. Più di Karsdorp. Jonathan Silva, un prestito per fare rifiatare, ogni tanto, Kolarov. L’esuberante Karsdorp è entrato in rotta di collisione con l’allenatore. Che non gliele ha mandate a dire. Facendo non troppo velati riferimenti a lui anche in conferenza stampa. Non soddisfatto evidentemente da alcuni atteggiamenti. Ci sta. Ogni allenatore si assume responsabilità, facendo scelte. Però la Roma continua ad avere poche certezze sulla fascia destra. e Santon non sono la reincarnazione calcistica di Djalma Santos o di Claudio Gentile. Forse varrebbe la pena fare un estremo, ultimo, tentativo prima di certificare il flop romano di Karsdorp. Prima di scaricarlo come un Piris o un Jonathan Silva qualunque. È esuberante? I grandi club devono saper gestire ogni tipologia di calciatore e di uomo. Per evitare di vivere di rimpianti. Quei tormenti fastidiosi chiamati rimpianti. Il tempo per Karsdorp stringe. Ma non è ancora finito.

In the box - @augustociardi

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