LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La Roma sembra correre su un tapis roulant. Di ultima generazione, un tapis roulant che ti permette di studiare un programma specifico, per bruciare grassi o semplicemente per mantenere un briciolo di forma, uno di quei tapis roulant che metti in pendenza, che ti contano i battiti cardiaci, con l’attacco per le cuffiette. Ma come su tutti i tapis roulant, corri, migliori lo status fisico, ma corri sul posto. La Roma dà questa sensazione. Il mercato era aperto, in uscita, e allora ciao Strootman. Tempi sbagliati. Ma passiamo alle umane interpretazioni. “Non tornerà quello di prima”: sì, più o meno lo abbiamo capito tutti, non c’è bisogno che qualcuno lo spieghi. “Non si integra negli schemi di Di Francesco”: premesso che al limite sacrificherei i calciatori forti solo se a chiederlo fossero santoni tipo Guardiola, l’olandese col tecnico abruzzese ha giocato quasi sempre, anche quando il rendimento era decisamente inferiore alle attese. “Il Marsiglia ha fatto un’offerta che Strootman non ha voluto rifiutare, lui ha puntato i piedi e la Roma è stata costretta a vendere”: ma per piacere. “L’offerta pervenuta alla Roma è di quelle difficilmente rifiutabili”: già, venduto come un Mandragora qualsiasi.
Aldilà di come la si pensi sul calciatore, la cessione di Strootman è un segnale negativo. Mercato chiuso in entrata, mentre chiunque fra le big difende coi denti i calciatori che potrebbero ancora partire, la Roma trasforma la definizione “incedibile” in una frase manco troppo sibillina, invitante: non abbiamo ricevuto offerte. Per non parlare della tempistica. Le buonissime operazioni in entrata, la brillante vittoria a Torino (con Strootman titolare), gli oltre trentamila abbonati per la Champions League. Fattori che stavano facendo dimenticare la malinconia per le partenza di Nainggolan e Alisson. E invece alla vigilia della partita che può permettere di mantenere il passo di Juventus e Napoli in un brillante e sereno avvio di stagione, ti appresti a vendere il calciatore con maggiore anzianità oltre a De Rossi. Con una naturalezza che è quasi inquietante. Con l’amarezza di un ambiente che di tutto aveva bisogno tranne che di questo colpo di coda.
La Roma non avrà problemi, salvo sorprese, a piazzarsi in zona Champions a fine campionato, il punto non è questo. Chi vuole capirlo, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma nella vita si può sempre imparare qualcosa. Trascorriamo le stagioni convinti che il piazzamento finale, l’ingresso in Champions League, condizioni il mercato. Smettiamo di parlare del nulla: la Roma è arrivata terza, garantendosi almeno 40 milioni dall’imminente partecipazione alla Champions League. 100 ne ha guadagnati grazie alla splendida cavalcata della scorsa stagione. E finalmente ha due sponsor internazionali che portano altre decine di milioni in cassa. Eppure nell’estate che aveva già reso felice il cassiere, vende Nainggolan, Alisson e adesso Strootman. Tre titolari. Anche questo, oramai è sotto la luce del sole. Non c’è niente da interpretare.
PS: tra i fatti e le constatazioni. Mai mi sarei aspettato che Strootman accettasse Marsiglia. Dzeko nove mesi fa si mise di traverso. Fece saltare la trattativa col Chelsea e si prese definitivamente la Roma.
In The Box - @augustociardi