LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Inizia dicembre, si torna in campo il primo del mese, le chiacchiere da sensali affacciate alla finestra non avranno seguito, si sono pure abbassate le temperature, stare in finestra non è salutare, ma soprattutto non aggiungerebbe niente, se non dare fiato ai tuttologi che infestano il Paese.
Sappiamo tutto, di Mc Bride e di responsabilità doppie dei capitani, ma quando si parla bisogna saper dire cose interessanti, onde evitare il crollo degli stimoli. Gesto grave quello di De Rossi, ma va? Chiedetelo a un bambino di prima elementare, ce lo avrete un nipote, chiedetelo a lui. Gesto grave bello di zio? A meno che non sia un bambino disturbato, risponderà sì, senza reticenze. Quindi? Preso atto di ciò, e purtroppo non è la prima volta, è necessario pensare al primo dicembre. Tanto De Rossi almeno le prossime due partite non le giocherà. La classifica è fastidiosa, per l’asterisco che si porta dietro (Genova inizia a rompere le scatole, sia per quanto accaduto ieri sia per il rinvio del match con la Sampdoria), ma ora arrivano gli scontri diretti, da guardare mentre si montano gli alberi di Natale in casa. Il primo è previsto al fischio finale di Roma-Spal di venerdì, quando inizierà la gara del San Paolo.
Come andrà in campo la Roma alle diciotto e trenta? Nel modo più naturale, con Gonalons per De Rossi oppure si può immaginare la presenza contemporanea di Dzeko, Perotti, El Shaarawy e Schick (o Defrel, bene ieri quando è entrato) arretrando Nainggolan e Strootman davanti alla difesa? Non fermarsi è l’obbligo, sapendo che se la Roma ha perso due punti a Genova non si devono ricercare colpe nel rendimento di una squadra che si era settata in modalità “segno e gestisco” come accaduto, per esempio, contro Torino, Bologna e Crotone.
Nessuno restituirà i punti persi per un gesto insensato, ma la Roma saprà continuare a battere la strada giusta. Equilibrata come il suo allenatore, il più lucido fra i milioni di commentatori post Genoa-Roma. E le finestre di chi rimarrà affacciato a pontificare l’ovvio, diventeranno sempre più piccole fino a scomparire. Non è tempo di chiacchiere. La Roma non vuole farne.
@augustociardi - In The Box