LR24 (MIRKO BUSSI) - Trascorso un mese e mezzo dall’inizio dell’epoca Var non si è ancora deciso definitivamente se darle del “lui”, la versione predominante che dà maggior senso d’autorità, o del “lei”, immaginandola con bilancia pendente su un braccio e spada stretta nell’altra mano come Astrea, la vergine simbolo di Giustizia. Intanto, la sua vista divina s’è allungata sui fatti campestri della Serie A incrociando sguardi d’ammirazione, altri di misericordia, taluni interdetti ed uno, su tutti, decisamente torvo. Chi la guarda con fare minaccioso è una vecchia signora che nonostante seppellisca in casa le maggiori ricchezze si vede minacciata come davanti ad un improvviso controllo esattoriale. Perché la Var, almeno qui la chiameremo così, la divina Var, s’è permessa di riannodare la storia di 90 secondi e portare alla luce un vizio in un suo gol. Oltraggio. E cosa succederebbe se tornasse indietro di 90 anni invece?
Quel gesto, intanto, ha mosso il primo vento rivoluzionario: dopo 40, dicasi quaranta, giornate la classifica non inizia per J. Frutto del lavoro del Napoli, indubbiamente, ma anche del divino controllo che lascia intatta la forza naturale della squadra di Allegri, ripulendola almeno da arrotondamenti meschini. Senza quell’occhio soprannaturale, probabilmente, avrebbe gridato, senza voce, l’Atalanta, e non la dominatrice storica in preda ad isterie luddiste di nuova generazione.
D’altronde, come per un segno divino, il primo storico atto della Var è proprio nello stato (non è un errore di battitura) bianconero, dove i presenti si guardarono attoniti per un evento sconvolgente: rigore contro. Capito? Rigore contro quelli di casa. Stato confusionale comprensibile: non succedeva da quasi 2 anni, da Renzi presidente del Consiglio, da Trump ancora in comizio, dall’Iphone 6 appena uscito, dal 13 dicembre 2015, da 31, leggasi trentuno, partite. Oggi, giornata 7 del dopo Var, Buffon s’è già confrontato con due rigoristi, il doppio di quanti ne ha incontrati in tutta l’ultima stagione. Viva la Var, che dovrà crescere, migliorare, anche regolamentarsi, ma è cosa buona e giusta. Almeno finché non prenderà fattezze umane.