13 febbraio 1893 - 125 anni fa nasceva Alfréd Schaffer, l'allenatore del primo scudetto

13/02/2018 alle 17:24.
schaffer

LAROMA24.IT (Matteo Acciaccarelli) - Nato 125 anni fa, nel 1893, Alfréd Schaffer era a tutti gli effetti un uomo di un’altra epoca, anche se si pensa agli anni in cui allenò e vinse il primo Scudetto con la Roma, ovvero dal 1940 al 1942. Oggi sarebbe stato slovacco, poiché nacque a Bratislava, ma il 13 febbraio 1893 l’attuale capitale della Slovacchia si chiamava Presburgo ed era inclusa all'interno della corona d’Ungheria nell'impero Austro-Ungarico. Era ungherese quindi, uno dei tanti che, nella prima metà di Novecento, aiutarono a gettare le basi della filosofia calcistica italiana. Prima di lui, negli anni venti-trenta, erano arrivati Karoly e Viola alla e Weisz all' e al , dove vinse in entrambe le piazze.

UN VINCENTE NATO - Schaffer era un vincente e la prima gioia arrivò nella stagione 1916-1917 quando vinse il primo campionato ungherese con la maglia del MTK Budapest, esperienza che ripeterà nelle successive due stagioni, quando divenne anche il miglior realizzatore in Europa segnando rispettivamente 46 e 41 gol. Un attaccante purosangue che dopo la tripletta ungherese decise di girare per il centro Europa, vincendo con la maglia del Norimberga, dello Sparta Praga e dell’Austria Vienna. Prima della sua ultima parentesi a Vienna, però, ritornò anche a Budapest dove regalò nuovamente all’MTK Budapest il campionato. Un giocatore vincente, che si confermò anche quando attaccò gli scarpini al chiodo e si sedette in panchina. Come allenatore ci volle del tempo prima che capì come vincere, anche perché il calcio si stava trasformando, cambiando anche lo schema tattico delle squadre: dalla piramide di Cambridge ci si avvicinava alla sfida tra il WM, conosciuto come il Sistema, di origine inglese e il WW, ovvero il Metodo, di stampo italiano.

IL PRIMO SCUDETTO - Il suo arrivo a Roma, dopo aver vinto da allenatore due campionati ungheresi sulla panchina dell'MTK, portò un cambiamento importante nella storia della Roma. Grazie a Schaffer un giovane Amedeo Amadei, che diventerà il miglior marcatore nell'anno dello Scudetto, rientrò alla Roma, dopo l'esperienza a Bergamo, perché nel giovanissimo centravanti l’allenatore ungherese aveva visto ciò che gli serviva per vincere: la velocità e la capacità di farsi trovare sempre pronto a ricevere i lanci dei centrocampisti. In seguito riuscì ad avere, dopo averli richiesti al presidente Bazzini, due uomini importantissimi per la squadra che diventerà campione d’Italia, ovvero Cappellini e Mornese. La Roma di Schaffer era una squadra forte e solida, guidata da un allenatore per certi aspetti visionario, che riuscì nell'impresa di far esprimere al meglio i suoi giocatori e di portare a Roma lo Scudetto. Con Masetti in porta, Brunella e Andreoli terzini, Bonomi e Donati a fare da cerniera centrale alla squadra insieme a Mornese nel ruolo di centromediano metodista, Coscia e Cappellini interni di centrocampo, Krieziu e Pantò sugli esterni e Amadei come punta, Schaffer riuscì a conquistare 42 punti che permisero alla Roma di beffare il Torino, che era prossimo a trasformarsi in quello che passò alla storia come il Grande Torino, e di conquistare il primo Scudetto. Un campionato vinto, soprattutto, grazie a Schaffer, che però non riuscì a gettare le basi di una squadra capace di vincere molti campionati, come era successo alla con Karoly e Viola e come riuscirono Kuttik e Erbstein al Torino.