LAROMA24.IT (Federico Baranello) - La stagione 1982-83 è senz’altro ricordata per essere arrivati in porto con il vessillo. L’annata ha regalato agli innamorati dei colori di Roma momenti unici e irripetibili. Partite e giornate che ognuno di noi porta ancora nel cuore, come quel pomeriggio dell’8 dicembre 1982, nel giorno dell’Immacolata Concezione.
La Roma, in Europa, non ha una grandissima tradizione ma conquista gli Ottavi di Finale di Coppa UEFA dopo aver eliminato, non senza difficoltà e patemi d’animo, l’Ipswich Town guidato dal temibile John Wark e il Norrkoeping, appena retrocesso nell’equivalente nostra Serie B del campionato svedese. Gli scandinavi si sono dimostrati avversari davvero ostici tanto da riuscire a superarli solo dopo la classica lotteria dei calci di rigore. Successivamente l’urna di Zurigo “tira fuori” i tedeschi del Colonia, squadra esperta e pericolosa, dove militano giocatori del calibro di Schumacher, Littbarski e Fisher: tutti componenti della nazionale tedesca che nel Luglio precedente hanno provato a contendere il titolo di Campioni del Mondo alla nostra Nazionale. E’ ancora Italia – Germania.
Nella partita d’andata, al Mungersdorfer Stadion, la Roma perde di misura con gol di Allofs. I giallorossi sfiorano il gol in almeno un paio di occasioni: quanto basta per far ritorno nella Capitale con il petto gonfio e con un grande carico di speranza e ottimismo. In quell’8 Dicembre Roma è bagnata da una fitta pioggia, ma nulla toglie all’attesa anzi, crea un tempo da “Lupi”. Secondo tradizione la mattina è dedicata alla preparazione dell’albero di Natale. L’inizio della contesa è previsto per le 14:30 e l’albero dei romanisti o è stato preparato in fretta e furia o si è rimandata la sua preparazione. Panini e Corriere dello Sport sono la dotazione per una grande giornata. Dotazione che strada facendo si arricchisce della rivista “Roma Mia”, piegata in due, in verticale, e infilata nella tasca dietro i Jeans. Non manca altro, i 70.000 sono pronti e segnano anche il nuovo record d’incasso italiano con 906 milioni di lire. Gli striscioni “I RAGAZZI DELLA SUD” e il mitico “NON PASSA LO STRANIERO” fanno da monito a chiunque voglia andare oltre… oltre i 70.000 cuori giallorossi.
Finalmente le squadre entrano in campo sommerse dai fumogeni e da tutti quei pezzetti di carta tagliati e strappati con le mani durante le tante ore di attesa e svolazzano, a mo’ di coriandoli, tra i rotoli di carta igienica che, dopo essere stati lanciati, si srotolano sino a depositarsi sulla pista olimpica. Si parte in una bolgia impressionante tanto da far dire al termine della gara all’arbitro belga Schoeters: “Direi che i primi dieci minuti mi hanno spaventato: un po’ l’inusuale cornice di pubblico, con quel fumo che sembrava nebbia di Londra e i bengala che schizzavano da tutte le parti…” (Cit. Corriere dello Sport, 9 dicembre 1982).
La Roma ci prova ma il primo tempo finisce 0-0. Nessuna paura, nessun timore…la Roma c’è e l’impresa si può fare, c’è tempo.
Nella seconda frazione di gioco la Roma, come consuetudine, attacca sotto la Sud, per prendere forza e coraggio. Inizia il secondo tempo e dopo dieci minuti Falcao mette al centro un buon pallone per Pruzzo posizionato al limite dell’area. Il Bomber perde l’attimo per fare la mossa vincente ma, con astuzia e “core”, difende il pallone costringendo l’avversario a fare fallo. Sul pallone vanno Falcao e Conti: sistemano il pallone e sembrano confabulare. Dietro c’è Di Bartolomei, mani sui fianchi ma pronto a fare “fuoco”. Il Divino e Marazico continuano a confabulare si abbassano ancora, risistemano la palla. Poi il brasiliano si allontana piano piano mentre Conti la tocca per il Capitano. Un po’ a sorpresa perché Falcao è ancora nei pressi; ne risulta una manovra astuta che probabilmente spiazza la retroguardia tedesca. Il siluro è lanciato e Schumacher riesce a ribattere il tiro, la palla si alza, sembra sospesa, anzi è sospesa…solo pochi istanti. Sono gli istanti in cui Iorio, Maurizio Iorio, capisce che può spingerla dentro di testa… e lo fa. Poi il boato e la corsa verso la Sud attraverso fotografi e raccattapalle. In quel momento Falcao invece va verso Conti e si stringono la mano come a dire “Fatta! Il trucchetto ha funzionato”. Di Bartolomei corre e urla verso la panchina. È pari e patta ora. Allora tutti a festeggiare sotto “I RAGAZZI DELLA SUD” e sotto “NON PASSA LO STRANIERO”. In questo momento non c’è più nessuno pronto a scommettere sui malcapitati tedeschi.
La Roma ci prova ancora, sente che la preda è ferita e vuole affondare il colpo definitivo. I giallorossi suonano la carica ma non riescono a concretizzare. Lo spettro dei supplementari comincia a fare capolino. A due minuti dalla fine la compagine giallorossa conquista un calcio d’angolo dopo un’azione prepotente del funambolo di Nettuno. È lo stesso Conti che s’incarica di battere il corner. A questo punto la magia sta per compiersi. Bruno Conti parte e crossa al centro dell’area, un gruppo di calciatori salta e devia quel tanto che basta verso l’accorrente Falcao che fa ciò che solo lui poteva fare: stop di petto e palla a terra, piccolo rimbalzo e tutto l’Olimpico insieme a Falcao a spedire quella palla a scheggiare il sottotraversa. Palla in rete e boato. Un boato raramente udito. Un boato entrato nella pelle e che ancora oggi provoca brividi a chi era presente quel giorno. Ne segue la classica esultanza del Divino verso la Sud, con relativo salto e mano al cielo. Ancora a festeggiare verso “I RAGAZZI DELLA SUD” e sotto “Non passa lo straniero”, per ribadirlo e ribadirlo ancora. Sbattendo a terra tutto e tutti raccattapalle compresi.
Una partita impressa nelle menti e nei cuori di chi ha vissuto una stagione che ha visto la Roma consolidarsi in ambito nazionale e, grazie a questa fantastica ed indimenticabile partita, anche in ambito internazionale.
“Non ci poteva essere partita più bella, più entusiasmante, più drammaticamente interessante di questa…” ci tramanda Ameri con il suo commento radiofonico di quella indimenticabile serata europea.
Sarà la giovinezza che non alberga più in chi scrive, sarà che quel giorno la Roma è diventata finalmente grande ma ricordare questa giornata, questa partita, bagna gli occhi di emozione.
Una lacrima solca il viso di chi c’era. Una lacrima romanista.