19 MARZO 1937: 80 anni fa nasceva Carlo Mazzone

19/03/2017 alle 16:19.
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LAROMA24.IT (Francesco De Sio) - 80 anni or sono, nasceva a Roma, zona Trastevere, quello che sarebbe poi diventato nella primavera del 2006 l'allenatore primatista assoluto nella storia della Serie A per presenze in panchina. In quelle 795 gare ai confini dell'area tecnica a bordo dei campi della massima serie, c'è racchiusa tutta la vita di Carlo Mazzone: quasi 40 anni di partite seguite con partecipazione sanguigna per lui che amava definirsi "un cane sciolto, un navigatore solitario".

'Sor Magara', così soprannominato per il suo spiccato accento romanesco, ha girato lo Stivale in lungo e in largo allenando ben 12 squadre con fortune alterne, ma sempre facendosi rispettare umanamente dai propri calciatori. Indelebili nel suo cuore le tre stagioni alla guida della Roma appena rilevata da Franco Sensi che in campionato conquistò un settimo e due quinti posti, lanciando nell'Olimpo del Calcio un esordiente . Come racconterà poi l'allenatore: "Durante una seduta d'allenamento del giovedì mi cadde l'occhio su un ragazzino che non avevo mai chiamato, aveva velocità di gambe e di pensiero, grande tecnica di base e abilità di dribbling, potenza di tiro, insomma tutto. Rimasi come folgorato perché quel ragazzino era già superiore alla media dei miei giocatori, era fuori dalla normalità. Mi ricordo che chiamai Menechini e gli dissi: 'Senti na cosa, hai visto quel ragazzino? È proprio bravo bravo, come si chiama?'. Non sapevamo neanche che nome avesse. Allora gli dissi: 'Vojo sapè tutto de lui, nome, cognome, età e se va sul motorino... Lo vojo in prima squadra fino a sabato, ma non da solo, chiamane altri tre, così camuffiamo, perché poi i giornalisti iniziano a scrivere: 'Mazzone lancia tizio' e nun va bene. Chiamamelo un po' che ci parlo".

Il ragazzino era naturalmente l'attuale numero 10 della Roma, che a Mazzone è molto affezionato: "Per me è stato qualcosa di più di un allenatore. E' stato quasi un secondo padre perché mi ha insegnato tanto, in campo e fuori. Era il 27 febbraio del 1994, in una partita di Coppa Italia contro la Sampdoria. Indimenticabile quello che accadde il giorno prima a Trigoria. C'erano i giornalisti in sala stampa che mi circondavano, quando all'improvviso entrò Mazzone e disse a voce alta: 'A regazzì vatte a fà la doccia, che cò loro ce parlo io' ". Il tecnico trasteverino ha giocato un ruolo decisivo anche nel mancato addio di alla Roma, quando nell'inverno del '97 si trovò di fatto ad un passo dalla Samp, come confermerà lo stesso : "Stavo andando alla Sampdoria: era una bella squadra. In quel momento mi è stato molto vicino Mazzone, che voleva che dimostrassi che ero un giocatore vero e diceva che dovevo farlo nella Roma. Devo molto a lui".

e non solo: Mazzone ha anche regalato ai tifosi della Roma uno dei derby più dolci della storia recente delle stracittadine della Capitale. Era il 27 novembre 1994 e i giallorossi, che non battevano la Lazio da tre anni, si presentavano da sfavoriti all'appuntamento contro la brillante compagine di Zeman; il secco 3-0 firmato Balbo-Cappioli-Fonseca grazie al quale gli uomini di Mazzone, seppur tecnicamente inferiori agli avversari, liquidarono la pratica in meno di un'ora è la sintesi perfetta del famoso detto "il derby è sempre una gara a sé".

La carriera di 'Sor Carletto', dopo il successo in Intertoto alla guida del di Beppe Signori nell'estate del '98, si è anche intrecciata con un altro mostro sacro del calcio italiano: quel Roby Baggio convinto nel 2000 ad unirsi ad un Brescia neopromosso nello splendido crepuscolo della propria carriera dorata. "Mai un litigio, mai una discussione, mai una parola fuori posto. Era un amico che mi faceva vincere la domenica", dirà Mazzone del Divin Codino, il quale fece addirittura inserire una clausola nel contratto con le rondinelle che gli avrebbe permesso di liberarsi in caso di addio del tecnico romano. Nella sua esperienza bresciana, indimenticabile la corsa sotto il settore ospiti dopo il gol del 3-3 in casa nel derby lombardo con l'Atalanta, quando Mazzone andò a zittire di persona i tifosi nerazzurri rei di averlo beccato per tutto l'incontro.

Un personaggio passionale e mai banale, che ha sempre goduto dell'ammirazione dei propri giocatori più rappresentativi: addirittura Pep Guardiola, allenato ai tempi di Brescia, dopo averlo invitato di persona ad assistere alla finale di di Roma poi vinta per 2-0 dal suo sul Manchester United, dichiarerà di voler dedicare il successo proprio al suo ex tecnico, definendolo "fonte d'ispirazione per il suo credo calcistico". Auguri Carle'.