LAROMA24.IT (F. BARANELLO) - La stagione 1985/86 è la seconda in cui la Roma è guidata dallo svedese Eriksson. In quella precedente, quella dello storico scudetto conquistato dal Verona di Bagnoli, si è classificata settima. La piazza vuole qualcosa di più. È l’era del dopo Falcao, licenziato da Viola nell’estate precedente. Alla corte di Eriksson arriva Gerolin, e ritornano Tovalieri e Desideri. Soprattutto arriva dalla Juventus il “Bello di Notte” Boniek.
La Roma parte bene andando a vincere a Bergamo e in casa con l’Udinese. Poi alterna buone gare a rovinose cadute. Sino ad arrivare all’ottava giornata dove, dopo aver perso con l’Inter a San Siro (2-1), lo svedese Eriksson dirà: “La Squadra si è allungata troppo, nessun contatto fra difesa e centrocampo: negli spazi che si sono creati le punte nerazzurre hanno avuto la possibilità di muoversi e di fare quello che hanno voluto. Io l’avevo ricordato spesso durante la settimana ai miei giocatori ma non hanno seguito i miei consigli” (Cit. La Stampa del 28 ottobre 1985). Aria pesante in casa giallorossa, con l’allenatore che accusa i giocatori.
Il 10 novembre ‘85 la Roma incassa un sonoro 3-1 a Torino dalla Juventus, staccandosi dalla vetta di 7 punti. Poi vince in casa con il Milan, ma perde di misura a Marassi con la Samp. Il distacco è ora di 8 punti. Poi due vittorie in casa con il Pisa e a Lecce recuperando un punto. I quotidiani riportano notizie di faide interne e fronde anti Eriksson e l’Ing. Viola convoca giocatori e tecnico per un aspro confronto per ricompattare il gruppo. La Roma affronta poi il Como in casa ma viene fermata sullo 0-0: la distanza torna a 8 punti. È il 5 gennaio 1986 quando all’Olimpico scende l’Atalanta. La Roma trascinata da un Boniek in giornata di grazia, annienta gli Orobici con un secco 4-0 con doppietta di Boniek, Giannini e Pruzzo che torna a segnare all’Olimpico dopo 8 mesi. Davvero strano per un bomber di razza come l’O Rey di Crocefieschi. “La Roma è tornata al successo con un perentorio 4-0 contro l’Atalanta, riproponendo la sua irresistibile marcia sul terreno dell’Olimpico dove finora solo il Como è riuscito a portarsi via un punto. ….Zibì BonieK è stato l’autentico mattatore della giornata non solo per la doppietta che ha sbloccato il risultato. Il polacco, bersagliato dalla critica che non aveva tenuto conto delle sue precarie condizioni fisiche, ha rispolverato rabbiosamente le sue note caratteristiche di trascinatore” (Cit. La Stampa, 6 gennaio 1986).
Da questo momento la compagine giallorossa inizia una cavalcata storica inanellando altre cinque vittorie di fila: Udinese e Torino fuori casa e Bari Napoli e Avellino tra le mura domestiche. In quest’ultima partita Pruzzo infila la porta ben cinque volte. A questo punto la distanza con la Juventus è di soli tre punti. Complici un pareggio a Firenze e una sconfitta a Verona la Roma si presenta allo scontro diretto all’Olimpico con la Juventus a - 5 punti. Sarà una partita stupenda e storica. L’Olimpico è “infiocchettato” da strisce gialle e rosse che dall’alto scendono sino al fossato del vecchio Olimpico scoperto. Risultato di 3-0 con reti di Graziani, Pruzzo e Cerezo. Il Bomber per festeggiare la sua rete si toglie la maglia e la agita mentre corre verso la Sud inaugurando la stagione delle esultanze senza maglia. E i punti di distanza tornano ad essere tre.
Poi ancora tre vittorie in casa con la Sampdoria e fuori casa a Milano con il Milan e a Pisa. A 41 punti la Roma agguanta la Juve. Sembra fatta, sembra che la rincorsa sia arrivata a compimento, mancano solo due partite. Da questo momento la Roma non riesce più a fare punti: cade con il Lecce in casa, per un 2-3 “tragico”, che consegna di fatto lo scudetto alla Juventus. Ma l’amore per la Lupa non conosce confine. I suoi eternamente innamorati” si presentano su quel ramo dorato del lago di Como srotolando uno striscione cui ogni commento risulterebbe superfluo: “Como: una presenza che vale più di uno scudetto”.