CORSPORT - Lobiettivo è portare ogni anno qualche giovane in prima squadra, a prescindere dai risultati. Il settore giovanile della Roma ha una lunga e gloriosa tradizione, che vuole portare avanti. Attualmente sono dieci le squadre, dalla Primavera ai Pulcini classe 99. Cinque i campi utilizzati dal settore giovanile a Trigoria. Il risultato deve essere la conseguenza del lavoro di maturazione dei ragazzi, che arrivano in Primavera dopo dieci anni di settore giovanile, durante i quali hanno recepito la filosofia che è alla base del lavoro portato avanti da Bruno Conti e Ivano Stefanelli, che da cinque anni ha raccolto il testimone del campione del mondo seguendo la strada tracciata da quello che oggi è il direttore tecnico e che per dieci anni ha portato avanti con entusiasmo il settore giovanile.
LORGANIZZAZIONE - La Roma lavora in economia, puntando sullappeal del nome e su una fitta rete di osservatori. Sono dodici, coordinati da Stefano Palmieri, ma qualsiasi ragazzo viene vagliato anche da Stefanelli. Il budget per il settore giovanile è di due milioni, da utilizzare per prendere ragazzi da far crescere nel vivaio e non andarli a prendere già pronti a costi più elevati. In tutte le categorie i giovani della Roma giocano sotto età. Nella semifinale di Coppa Italia contro la Juve, solo per fare un esempio, da una parte cerano cinque ragazzi dell89 e dallaltra (la Roma) due 92 e tanti 91. Tra i più giovani, quelli del 92, chi ruba locchio è Pettinari, giocatore offensivo molto dotato tecnicamente e fisicamente, considerato di grandi prospettive e il centravanti Scardina, che fa a sportellate con tutte le difese dItalia, con quel fisico che si ritrova. Promette bene anche Simi, un altro 92, un difensore che nella Nazionale Under 17 recentemente ha segnato due gol.
Tra il settore giovanile e la prima squadra cè una rapporto quotidiano. Spalletti segue molto i ragazzi, si confronta con Alberto De Rossi, spesso vede le partite della Primavera. Lo stesso fanno i suoi collaboratori. Anche ieri cinque ragazzi si sono allenati con la prima squadra.
Dopo Totti, De Rossi e Aquilani, sulla rampa di lancio altri campioni fatti in casa nel segno di una ricca tradizione.




