AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - La prima intervista Justin Klivert la ricorderà a lungo. Arrivato da pochi giorni in giallorosso, durante il tour in America, è stato protagonista di una chiacchierata social a tre, con Konstas Manolas e il Presidente Pallotta. Un momento divertente, dove l’attaccante olandese, aveva confessato di aver cominciato con il tennis e solo più tardi è arrivata la scelta di passare al professionismo nel mondo del calcio. Sono passati un po’ di mesi da quel giorno e Justin è sempre più inserito nel gruppo di Di Francesco. Lo scorso martedì all’ultimo minuto ha dovuto rinunciare alla gara contro il CSKA per un lieve fastidio muscolare, ma sta già lavorando per essere a disposizione del mister per la gara contro il Napoli al San Paolo.
Prima di tutto vorremmo sapere come va…
“Sto abbastanza bene, qualche giorno fa ho fatto degli esami, per fortuna è risultato che non ènulla di serio e che presto sarò di nuovo a disposizione”.
Nell’ultima partita all’Olimpico è arrivata una vittoria contro il CSKA. Importante anche per mettersi alle spalle la sconfitta contro la Spal.
“La vittoria contro il CSKA è molto importante per noi perché vogliamo andare avanti in
Champions. E anche per metterci alle spalle la brutta sconfitta contro la Spal, una partita che avevamo iniziato bene, ma poi non è andata come volevamo. Adesso ci aspettano una serie di partite ravvicinate, tutte difficili, e sarà importante essere concentrati”.
A proposito di concentrazione e dei prossimi impegni che vi aspettano. In questo inizio di stagione la squadra ha alternato prestazioni di alto livello, ad alcuni passaggi a vuoto. Come se lo spiega?
“Sì è vero, è difficile dare una spiegazione del perché in alcune gare le cose non siano andate come volevamo. In tutta onestà non ho ancora trovato una ragione per questo”.
Come procede il suo ambientamento a Trigoria a distanza di alcuni mesi dal suo arrivo?
“Procede tutto bene, sono contento di essere qui anche se il mio italiano non è ancora perfetto, ma ci provo. La vita va benissimo a Roma e anche all’interno della squadra ho sempre più familiarità con i compagni. Insomma, mi trovo bene e le cose vanno sempre meglio anche in campo. Il mio obiettivo è giocare sempre di più e meritare un posto da titolare in questa squadra”.
Che differenze sostanziali ha trovato tra il calcio della serie A e quello olandese?
“La più grande differenza che ho notato è che in Italia le squadre sono molto organizzate nel reparto difensivo, quindi è più complicato recuperare uno svantaggio”.
Il primo gol è arrivato in una competizione prestigiosa, la Champions League, per di più
all’Olimpico davanti ai tifosi della Roma. Cosa ha provato?
“Sono stato molto felice di partire dall’inizio in quella partita ed ero pronto, volevo dimostrare il mio valore. È stata un'emozione speciale, una gratificazione sul piano personale, ma anche a livello collettivo, per aver aiutato la squadra. L’obiettivo è sempre quello di segnare per aiutare la squadra a vincere”.
Quel gol ha avuto una dedica speciale…
“Avevo già deciso da tempo che il mio primo gol con il mio nuovo club lo avrei dedicato a
Nouri, che è sempre nei miei pensieri. Ci è voluto un po’ di tempo, ma sono contento che sia
arrivato e adesso spero di segnarne ancora altri”.
Ad oggi 6 presenze, un gol e un assist. Un po’ alla volta si sta inserendo sempre più nei
meccanismi della squadra. Cosa le chiede il mister in particolare?
“Più partite si giocano, più confidenza si trova in campo, si acquista meglio il ritmo partita.
Giocare è importante, per quello il mio obiettivo è scendere in campo il più possibile. In
allenamento lavoriamo molto sulla tattica: il mister chiede agli esterni di giocare più in mezzo al campo quando la palla si trova dalla parte opposta, di attaccare la profondità e poi dare un contributo importante in fase difensiva”.
Questi i consigli del mister, invece cosa le dice il suo papà, Patrick?
“Parliamo un po’ di tutto, ma quando l’argomento è il calcio mi dice sempre che devo fare gol! L’attaccante deve fare gol, quella è la cosa più importante”.
Quanto è complicato essere un figlio d’arte?
“Io non lo ho mai considerato un problema o uno svantaggio, al contrario è sempre stato fonte di motivazione per me. Mi rendo conto che per qualcuno potrebbe essere un peso, un fardello da portare. Mi ha sempre stimolato a provare alla gente che gioco a questi livelli non perché sono il figlio di qualcuno, ma perché l'ho dimostrato e l'ho guadagnato sul campo. Questo mi aiuta a tirare fuori il meglio di me”.
Sul campo ha guadagnato la convocazione per la nazionale maggiore. Poi il rientro in Under 21 con due gol realizzati nelle ultime due partite…
“Giocare con la nazionale maggiore per me è il coronamento di un sogno. Ne ho avuto un
primo assaggio, ma poi sono tornato tranquillamente in Under 21. Cerco di fare del mio
meglio e fare dei gol come mi è capitato nelle ultime gare”.
Domenica la Roma va a Napoli, una partita complicata…
“Sì, ci aspettano tre gare importanti contro Napoli, Fiorentina e poi il CSKA a Mosca. Credo
che, con la squadra che abbiamo a disposizione, possiamo vincere queste partite. Io e tutta la squadra siamo fiduciosi, daremo tutto. Sono gare importanti in cui servirà l’aiuto e il contributo di tutti”.
Nel Napoli ritroverà un suo ex compagno di squadra, Amin Younes.
“Prima di tutto dovrò essere in forma e a disposizione per la partita, ma sarà bello rivederlo. È un caro amico, sarà un piacere incontrarlo e gli auguro tutto il meglio in Italia, ma ovviamente non contro di noi”.
Insomma tre partite complicate che potrebbero dire molto per il prosieguo del cammino della Roma.
“Sì, ci aspetta un trittico di partite molto difficili e complicate. Se supereremo questa fase nel migliore dei modi credo che poi la strada possa essere spianata e in discesa per il resto della stagione. Ci terrei a sottolineare che sono tre gare molto difficili per noi, ma anche per i nostri avversari. Possiamo davvero fare bene”.