ROMA RADIO - Francesco Totti, ex capitano e dirigente della Roma, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica giallorossa per un'intervista insieme all'ex compagno Vincent Candela. Queste le sue parole:
Per molti tifosi della Roma è un momento negativo, che ne pensi?
E' un momento particolare perchè nessuno si sarebbe aspettato questo inizio di stagione un po' particolare, sono tre partite e non si possono addossare colpe dopo tre partite. Il campionato è ancora lungo, bisogna essere realisti: la Juve fa un campionato a parte, noi dobbiamo fare un secondo campionato con Milan, Inter, Napoli e Lazio. E' un altro campionato perchè la Juve è fuori concorso, la gente deve sapere questo, le aspettative dovranno essere altre. E' ovvio che guardando i risultati dello scorso anno, con la semifinale di Champions e il terzo posto, l'anno successivo si voglia migliorare, ma per farlo bisognerebbe arrivare in finale di Champions e vincere il campionato. Tutti inizialmente cercano di darsi questo obiettivo, ma la realtà è una altra: la Juve è fuori concorso, noi cerchiamo di arrivare tra il secondo e il quarto posto. Questo è l'obiettivo principale oltre a passare il turno in Champions ed essere più uniti che mai perchè con l'unione si va lontano e accantonare tutti queste dicerie extra campo e far parlare solo gli altri. Noi dobbiamo essere uniti e non pensare ad altro.
C'è unità tra società, dirigenza e squadra?
Le chiacchiere da bar, giornalisti e radio, dobbiamo lasciarle fuori Trigoria. La realtà la conosciamo solo noi. Il tecnico è tra i più bravi in Italia, è giovane, ha prospettive, ha carattere e non si fa influenzare da nessuno. Dimostrerà il suo valore e già l'ha fatto lo scorso anno. Roma si aspetta grandi risultati, si vuole vincere ed è giusto. Qui è tanto tempo che non si vince ma neanche le altre vincono dato che è sempre la Juve a vincere. Dobbiamo rimanere vicini al mister, soprattutto i tifosi. Senza i tifosi non possiamo andare da nessuna parte. Dopo 3 partite non possiamo giudicare un'annata, il mister sa come uscirne e la squadra deve essere brava a seguirlo.
Hai portato i fazzoletti per Schick e Kluivert? Ho letto che piangono…
Ho letto le loro interviste, in Nazionale si cerca sempre di tirare fuori le cose non detto. Loro sono ragazzi ed è giusto che vogliano giocare, significa che apprezzano la Roma. Anche io a 18 anni volevo sempre giocare, se m’avessero fatto una domanda riguardo il voler essere titolare alla Roma, la risposta è ovviamente sì. Ma poi lì gira un mondo. Ora si estrapolano cose non dette e dispiace, loro sono due ragazzi eccezionali che hanno grande futuro. La Roma ci punta e sicuramente mostreranno il loro valore. Schick e Kluivert hanno detto la stessa cosa che avrei detto io a 18 anni, come chiunque. Dispiace, perché poi la gente legge quello che scrivono ma poi la realtà la sappiamo solo noi. Esternamente non sono dette cose reali, la gente va dietro a queste cose e si fa un’idea non giusta.
Monchi?
Non sto a difenderlo. Lui si sarà mosso con la società in determinati modi. Ha venduto grandi giocatori ma ne ha comprati altri altrettanto grandi, alcuni giovani di prospettiva, giocatori che possano fare già bene adesso. Questa è una squadra già forte, di alto livello. Stare qui e giudicare Monchi è superfluo. A fine anno si può fare un bilancio, di non certo non a tre giornate dall'inizio. Bisogna avere equilibrio. Non vi deve però essere alcun alibi. Bisogna sempre provare a fare meglio e a vincere lo scudetto poi se non c'è la possibilità non si può fare niente.
Un po' di tempo fa avevi detto di non aver mai rivisto la tua partita di addio e il discorso finale. E' cambiato qualcosa?
La partita sinceramente no, però dal fischio finale ho rivisto, ogni tanto Cristian e Chanel lo guardavano, e passando mi sono fermato sul divano a vedere. Era meglio se non lo facevo. Ogni tanto riguardare quello che è successo è piacevole, fino a un certo punto. Quello che è successo quel giorno è stato surreale, proprio per le facce della gente, mi sono rimaste impresse. È stata la sincerità e l’amore reciproco che c’è. Se dipendesse da me non lo guarderei mai più, ma avendo le belve dentro casa ogni tanto mi tocca guardarlo. Poi se dovesse ricapitare un’altra partita, nel calcio e nella vita non si sa mai. Mezzo campionato, mica tanto.