AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Novantanove presenze in campionato con la maglia giallorossa: “Dovevano essere molte di più”, il commento di Kevin Strootman quando glielo ricordiamo. “In cinque anni, se non ci fossero stati gli infortuni, avrei potuto giocare di più, ma da quando sono tornato in campo ho disputato tante partite e ne voglio fare ancora molte con la Roma”. A cominciare dalla gara di domenica contro la Juventus. Il centrocampista olandese, dopo aver subito una forte contusione all'emicostato, si sta allenando da qualche giorno con il gruppo per essere al meglio per questo finale di stagione.
Ci siamo, mancano due giornate alla fine di questa lunga stagione. Non è ancora il momento dei bilanci, ma possiamo dire che è stato un anno positivo?
“Ancora non possiamo fare bilanci, mancano due partite molto importanti per noi. Ad inizio stagione l’obiettivo era lottare per lo scudetto, ma non ci siamo riusciti. Dobbiamo fare un punto per giocare la Champions l’anno prossimo. Abbiamo visto quanto è bello giocarla, lo stadio pieno, tutta la città coinvolta e oggi è il nostro obiettivo. Speriamo di arrivarci con la Juve così finalmente potremmo fare i primi bilanci”.
In Champions il cammino è stato straordinario.
“Abbiamo fatto bene in Champions, purtroppo in campionato tra dicembre e gennaio sono stati persi troppi punti per poter lottare per lo scudetto con Juve e Napoli che invece hanno fatto benissimo. In coppa è stato un buon percorso, ma purtroppo non siamo riusciti ad arrivare in finale. Abbiamo dato tutto, noi e tutta la gente che lavora con noi, mi dispiace. Però in campionato volevamo fare di più”.
La Champions si è chiusa con quella rimonta sfiorata con il Liverpool a cui non ha preso parte per infortunio. Come ha vissuto la partita dagli spalti?
“È stato “fastidioso”. Lavori tutto l’anno e tutta la vita per giocare partite così. Io non avevo mai giocato una semifinale di Champions. La squadra ha fatto bene, ma purtroppo non siamo riusciti ad andare in finale. Ce l’abbiamo messa tutta ma, persa la partita in Inghilterra, nonostante la spinta del pubblico all’Olimpico non siamo riusciti nella rimonta. Però siamo usciti a testa alta”.
Dopo quella gara in un post ha scritto “orgoglioso di essere romanista”. Una affermazione che ha fatto felici i tifosi…
“Non l'ho detto solo per i tifosi, ma per tutti quelli che ci hanno sostenuto in questa strada in Champions. Sono andato allo stadio e i primi cinque minuti ero in piedi e vedevo tutta quella gente… lo stadio così pieno vale almeno 9 punti in più in campionato! Uno spettacolo dentro e fuori dallo stadio, ed era quello che volevamo da sempre. Ho scritto la verità che provo, l'ho scritto per tutti i romanisti”.
Lo stesso orgoglio che ha provato nella doppia sfida con il Barcellona. Che cosa ha significato per lei e per tutto il gruppo, passare il turno con una grande squadra così e in quel modo?
“Una serata speciale. Abbiamo giocato abbastanza bene all’andata anche se abbiamo perso 4-1. Due autogol e un rigore non dato, ma dopo l’ultimo gol pensavo che sarebbe stata quasi impossibile la rimonta. Poi il mister e lo staff hanno preparato benissimo la gara di ritorno. Volevo vincere, ma non ci credevo tanto. Ma dopo il primo gol di Edin, il raddoppio ad inizio secondo tempo e poi il terzo gol arrivato al momento giusto, non troppo presto, così non hanno avuto il tempo di fare un altro gol. È stato tutto perfetto, una serata speciale, la partita più bella della mia vita”.
Il giorno del sorteggio dei gironi si sarebbe mai aspettato di arrivare fino in semifinale?
“Noi siamo abituati a prendere sempre un gruppo con gli avversari più forti! Abbiamo fatto bene nella prima partita contro l’Atletico, siamo andati in difficoltà e Alisson avrà fatto almeno 31 parate. Ha fatto la sua partita della vita! Con il Chelsea abbiamo pareggiato, ma meritavamo di vincere, e poi in casa contro gli inglesi un'altra serata speciale. Se ripenso a queste partite penso solo al nostro obiettivo di fare almeno un punto per giocare di nuovo il prossimo anno partite così, per incontrare squadre fortissime”.
Cosa vi è rimasto di questa esperienza?
“È difficile dire se arriveremo così lontano anche il prossimo anno, bisogna avere un po’ di fortuna. Potrebbero capitarci subito avversari fortissimi, bisogna essere un po' più fortunati nel sorteggio. Ma noi vogliamo fare meglio, e questo significa arrivare in finale. Per adesso non è il nostro obiettivo, dobbiamo guardare partita per partita, facciamo un punto, qualifichiamoci per la Champions e poi il prossimo anno vediamo, con la voglia di vincere ogni partita”.
Domenica invece arriva la Juventus: che partita sarà?
“Sarà di sicuro una partita difficile. I bianconeri hanno vinto la Coppa Italia e sono forti. Loro vogliono punti per vincere lo scudetto, ma anche noi abbiamo bisogno di quei punti. Daremo tutto per prendere i tre punti, come sempre. Siamo carichi per fare risultato”.
Teoricamente basterebbe un punto, ma Roma-Juventus è da sempre una gara diversa dalle altre, speciale.
“Sì, noi vogliamo vincere, proprio come loro vogliono batterci. Dobbiamo essere intelligenti, se al novantesimo siamo pari non mandiamo Alisson in avanti per fare gol!”.
È una Juventus a un passo dal settimo scudetto consecutivo, che sembrerebbe aver vinto anche il duello con il Napoli.
“La loro è stata una sfida molto importante, hanno fatto record di punti, insomma hanno fatto una grande stagione. La Juve in Italia è la più forte di tutti, vincono sempre negli ultimi sei/sette anni. Ho molto rispetto per loro. Il Napoli ha fatto una buona stagione, ma non sono riusciti a vincere lo scudetto. Noi, come ho già detto, volevamo lottare per i primi posti, ma abbiamo perso troppi punti in questi mesi invernali”.
Sarà l’ultima partita della stagione all’Olimpico, l’ultima davanti ai vostri tifosi.
“Dobbiamo dare tutto, spero ci sia il pienone come contro il Liverpool e con uno stadio così non si può sbagliare”.
La Roma per la prima volta nella sua storia chiuderà il campionato con più punti in trasferta che in casa. C’è un motivo in particolare secondo lei?
“Non so se sia un caso o ci sia un motivo, in casa forse abbiamo giocato molte gare dopo la Champions. Ma è difficile capire quale sia la motivazione. Dobbiamo lavorarci per il prossimo anno, con lo stadio pieno certo sei più carico… I nostri tifosi ci hanno sostenuto tanto anche in trasferta. Non dobbiamo più perdere punti in casa contro alcune squadre alla nostra portata perché alla fine si fanno sentire”.
Domenica scorsa ha esordito in A Capradossi, insieme avete condiviso il percorso del recupero dall’infortunio al crociato.
“Sono stato molto felice perché ha lavorato tanto e si è sempre messo a disposizione della squadra. Ha fatto una buona prestazione e ora lo prendo in giro perché ha giocato 70 minuti e gli sono venuti i crampi… Sono felice per lui, può diventare importate per la Roma del prossimo anno”.
Per arrivare in fondo in due competizioni come Champions e campionato c’è bisogno di un gruppo unito. È stato questo il vero punto di forza della Roma? il segreto della stagione?
“Non voglio parlare di segreto, abbiamo fatto bene, ma alla fine non abbiamo vinto niente. Vogliamo vincere e quindi dobbiamo lavorare ancora di più. Non possiamo essere contenti. Sì ora l’obiettivo è arrivare alla qualificazione in Champions, ma per il prossimo anno vogliamo ancora di più”.