Giacomo Losi racconta quando segnalò a Viola il terzino che poi divenne campione dItalia in giallorosso.
E sarà proprio Core de Roma a premiare Sebino Nela con il Pallone dOro e Porpora, nellambito del Premio Sette Colli Giallorossi, in programma venerdì 4 dicembre, dalle 19,30, al White (via degli Avignonesi 73 Piazza Barberini).
In pochi lo sanno ma fui proprio io a portare Sebino Nela alla Roma quando era ancora una giovane promessa del Genoa. Ero amico di Aldo Pasquali, che oltre ad essere stato un mio dirigente quando giocavo nella Roma, era anche un grande amico. Pasquali tornò alla Roma quando Viola divenne presidente e un giorno mi telefonò chiedendomi il favore di andare a visionare un ragazzo che giocava in serie B con il Genoa. Si trattava di Nela, allora impiegato come stopper, ma mi accorsi subito che con quel fisico così esplosivo e quel suo piede mancino, avrebbe potuto fare meglio nel ruolo di terzino. Il Genoa giocava in casa e Sebino mi fece unottima impressione. La sera stessa chiamai Pasquali e gli chiesi di tornare a visionarlo la settimana seguente in una gara in trasferta. E tornai a Roma con una relazione più che positiva. Bisognava far presto, perché su Nela cerano già gli occhi di tanti altri osservatori, ma la Roma fu svelta a chiudere subito laffare. E quindi un grande piacere per me premiare Sebino con il Pallone dOro e Porpora, un riconoscimento voluto dai tifosi e che si è meritato per i suoi anni in giallorosso.
Il derby:
La mia prima volta allOlimpico con la maglia della Roma fu proprio in occasione di un derby e chi lavrebbe mai detto che quella era solo la prima di altre 386 partite in giallorosso! Era la stagione 54/55, arrivavo dalla Cremonese e fui aggregato alla squadra riserve della Roma. In quegli anni era tradizione presentare le due squadre romane ai propri tifosi in occasione del trofeo Zenobi, un ex presidente della Lazio, una gara amichevole che però, essendo un derby, era sempre molto sentita, al punto che lo stadio era sempre esaurito. Il regolamento prevedeva che le due squadre schierassero tre ragazzi del settore giovanile ed uno di questi ero io. Pensate allemozione di passare dal campo sportivo della Cremonese ad una platea come quella della capitale. Vincemmo 1 a 0 e ancora oggi conservo la medaglia di quel giorno. Di derby poi ne ho giocati più di 20, compresa la Coppa Italia e potevano essere di più se la Lazio in quegli anni non fosse retrocessa per due stagioni in serie B.
Tra gli altri premiati della serata: Giorgio e Cristiano Sandri, papà e fratello di Gabriele (premio Roma&Lazio) e la famiglia di Luisa Petrucci (premio Curva Sud).