Ci si aspetta sicuramente un altro giorno di passione a Trigoria. A due giorni dall'annuncio dell'addio di capitan De Rossi e all'indomani della contestazione dei tifosi, che l'ha anche visto protagonista in prima persona nel confronto con i 150 sostenitori giallorossi, Claudio Ranieri torna a parlare in conferenza stampa in vista del match con il Sassuolo. Il tradizionale appuntamento con la stampa, che arriva a due giorni dalla trasferta di Reggio Emilia, si terrà a partire dalle 10.30 nella sala Champions del centro sportivo 'Fulvio Bernardini'. Questo l'intervento INTEGRALE del tecnico giallorosso:
E' stata una settimana diversa dalle altre, la partita è finita in secondo piano. Una settimana come questa che conseguenze può avere? E' più preoccupato o spera che tutto questo sia uno stimolo positivo?
Deve essere uno stimolo positivo, ormai i giocatori sono abituati a tutto. Anche le voci sul futuro allenatore potevano essere uno stimolo negativo, ma i ragazzi non hanno mai mollato. Spero invece che questo fatto sproni a far bene. Ci sono due partite da completare, abbiamo ancora una piccola possibilità ma dobbiamo avere la coscienza a posto per aver fatto il massimo possibile.
L'aspetto fisico: come stanno i giocatori, soprattutto Zaniolo e Pellegrini?
Stanno tutti bene, Zaniolo riprenderà oggi, ha il solito polpaccio indurito. Oggi farà differenziato, gli altri faranno scarico. Per Pellegrini non è nulla di grave, ha il solito vecchio problema che si riacutizza, credo di averlo a disposizione per sabato, sicuramente per la prossima settimana
Le sono state attribuite delle frasi nel confronto con i tifosi, quando le hanno detto chi decide ha risposto "Testagrigia a Londra e quello di Boston": sono vere?
Non mi sembra di aver utilizzato quelle parole, sicuramente quando i tifosi mi hanno chiesto spiegazioni su chi ha deciso la fine del rapporto tra Daniele e la Roma, ho risposto "sicuramente a Londra e in America". Anche perché decide il presidente e la persona che gli sta più vicino.
Questo malessere generale è giustificato per il futuro o se la sente di rassicurare sui progetti per l'immediato futuro?
Non so quali siano i progetti per il futuro, sicuramente non ne possono aver parlato con me, sapendo che tra 2 partite finirà il mio rapporto con la Roma, non so che programmi ci saranno. In ogni società di calcio ci sono dei ricambi, per cui ci sta. Anche in Italia grandi squadre hanno perso dei punti di riferimento. Forse a Daniele, essendo il capitano e un giocatore storico, andava detto in un'altra maniera e gli andava dato il modo di pensare bene, questo non gli è stato dato. Ma è la legge del calcio. La società vuole cambiare, vuole altri giocatori. Come a volte i giocatori scelgono altre società, così le società scelgono allenatori, giocatori e ds. Certo, per una figura così importante, avendo i tifosi un amore viscerale per la squadra, una considerazione più attenta avrebbe consigliato magari un altro comportamento.
De Rossi ha detto che da dirigente si sarebbe confermato. Lei da dirigente, ruolo che tra l'altro le è stato offerto, cosa avrebbe fatto?
Io sono allenatore. Se mi fosse stato chiesto in quanto allenatore cosa fare con De Rossi, io avrei risposto che l'avrei voluto, perché so che giocatore e che uomo è, che capitano è.
Sull’argomento Baldini, come viene vissuta la sua figura?
Con me non incide affatto nel lavoro quotidiano. Inciderà ma non so che rapporti abbia con il presidente, nel mio lavoro non incide. Non conoscendo cosa faccia, in generale non so.
L’importanza di De Rossi fin dove arriva?
Si parla sempre di leader, ce ne sono vari: c'è quello per la squadra, per la società, per i tifosi, per i social. E ci sono anche i leader per un allenatore. Lui è un allenatore in campo, non ragiona in termini di ego fine a se stesso ma per la squadra. Sono i tipi di leader che gli allenatori vogliono.
Si aspettava questa situazione così diversa rispetto alla sua prima esperienza?
Sapevo di trovare una squadra giù mentalmente, non fisicamente. Le mie forze si sono rivolte a quello, a tirarli su di morale e a riportare senso di appartenenza. Queste cose evidentemente non mi aiutano. Quanto hanno influito le chiacchiere sulla partita di Genova? Non lo so, non si può quantificare. Certo è che ho chiesto l’aiuto ai tifosi e hanno risposto in modo magnifico, ci hanno aiutato a vincere partite difficilissime e di questo li devo solo ringraziare.
De Rossi ha parlato di Totti, dicendo che non è un dirigente che incide moltissimo.
(risponde l'addetto stampa Gianni Castaldi, ndr) Non ha detto queste parole. Quando riportate una citazione, per cortesia, fatelo in maniera corretta.
Molti tifosi stanno chiedendo a Totti di lasciare la Roma. Cosa direbbe a Totti?
Sono decisioni che deve prendere Francesco, non so quanto potere abbia, so solo che mi ha chiamato lui e in quel momento è stato uno che conta, che decide. Poi non so a che punto sia all’interno di questo processo di crescita, non si diventa dirigenti o allenatori subito dopo aver smesso di giocare, c'è una fase di crescita. Non so quanto sia felice e soddisfatto o meno, sono domande da fare a lui, non a me.
Nell’incontro con i tifosi ha tastato la delusione dei tifosi, acuita anche dalla conquista della Coppa Italia da parte della Lazio. Lei che è tifoso e si è messo a disposizione, può dare un consiglio dall’alto della sua esperienza alla società e al suo gruppo?
Non sapendo i programmi, mi è difficile rispondere. Credo che un fatto importante sia la costruzione dello stadio, è necessario per programmare una grande Roma. E’ una mia considerazione, fatta sulla base di quello che scrivete voi. Da quando sono arrivato penso solo alla squadra e a far rendere i giocatori al massimo. Non mi sono posti altri problemi, mi sono messo l’elmetto, sono venuto per aiutare e per cercare di fare tutto al meglio.
Si è sentito supportato dalla società? Cosa direbbe ora ai tifosi della Roma?
Roma è una piazza particolare, il tifoso si sente partecipe in tutto e per tutto. Per questo quando l'Olimpico è pieno ti spinge e ti permette di fare cose che in altri stadi sarebbero impossibili. Spesso si rimprovera la distanza del presidente, ma io ne ho trovati pochi di presenti nella mia carriera. Ho visto il vecchio presidente del Leicester più ora di quando era il mio presidente. Al Chelsea, tra tutti gli allenatori, sono stato l'unico a vedere spesso Abramovich: credo che Ancelotti l'abbia visto poco e che Sarri non l'abbia mai visto. Ma sono situazioni che capitano, ti danno una squadra e quello che succede al di fuori non ti interessa. L'importante è che la squadra vada bene e che, quando c'è un problema, ci sia qualcuno che lo risolve. Questo conta per un allenatore: non è importante la presenza di un presidente, è importante che tutto vada come deve andare. A qualcuno importa della partita con il Sassuolo?
Ha parlato con De Rossi? Come l’ha visto?
Sembra strano, ancora ci devo parlare (ride, ndr), non abbiamo ancora avuto 5 minuti per noi. Ma l’ho visto bello determinato, come sempre. Certo, dentro di se sarà ‘squassato’, non dormirà la notte, ma chi ha dato tutto e giocato magari anche non al 100% l’ha fatto per l’attaccamento alla maglia, ai tifosi e alla squadra. Una notizia del genere ti sconvolge, è normale, ma ci devo ancora parlare
Sarà una Roma con il 4-3-3 o con il 4-4-2?
Vediamo, sto studiando, Il Sassuolo è una squadra organizzata, ho visto la gara d’andata e mi sto facendo un’idea. Vediamo quale sistema mi convincerà di più.
De Rossi giocherà a questo punto? Sul suo futuro, cosa gli consiglierebbe?
Daniele vuole continuare a giocare, l’ha detto ed è giusto che sia così. Ha già la mentalità da allenatore, ne ha uno in casa, il padre, e pensa al bene di tutto. Ha una visione d’insieme. Parlerò con lui. Faccio un appello ai tifosi. Spero che l’ultima partita all’Olimpico sia una festa per Daniele. Il tempo delle contestazioni ci sarà, ma che sia per Daniele e per la Roma una dimostrazione d’amore. E’ la cosa più importante.