Parma, i curatori fallimentari: "L'obiettivo è far terminare il campionato alla squadra"

21/03/2015 alle 15:52.
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Si può essere «ragionevolmente ottimisti» e ipotizzare che il Parma porti a termine il campionato. Toccherà ai curatori fallimentari Angelo Anedda e Albeto Guiotto traghettare il club emiliano fino al termine della stagione dopo il fallimento decretato giovedì. La squadra scenderà in campo domani sera al Tardini per la gara con il Torino. «Il tribunale ha disposto l'esercizio provvisorio e ci ha affidato l'incarico di traghettare il Parma fino alla fine della stagione, fino al 31 maggio. Un incarico particolare per due commercialisti... La finalità è arrivare al termine del campionato e mettere in vendita l'azienda sportiva e consentire agli acquirenti di iscriversi alla stagione successiva», dice Anedda in conferenza stampa. «Prima, dobbiamo verificare se sussistano tutte le condizioni. In particolare, bisogna verificare che l'esercizio provvisorio non rechi danno ai creditori», chiarisce. «Alla squadra abbiamo spiegato il nostro ruolo, da parte dei giocatori c'è un atteggiamento positivo. Abbiamo incontrato la Lega. Abbiamo avuto conferma scritta dal presidente Beretta, il contributo» di 5 milioni «sarà erogato», aggiunge Guiotto.

«La copertura delle spese correnti è garantita. Bisogna verificare se i ricavi saranno superiori ai costi di gestione». In sostanza, i 5 milioni provenienti dalla Lega potrebbero non essere sufficienti. Una data chiave è rappresentata dal 15 aprile: «Entro i il 15 aprile dovremo rifererire al comitato dei creditori e al giudice delegato se il Parma sia in grado di concludere il campionato. Siamo ragionevolmente ottimisti, ma non abbiamo ancora le conclusioni. Sono iniziate le operazioni di stima dell'azienda sportiva». Ogni valutazione dovrà tener conto anche di eventuali entrate 'extrà: «Speriamo anche di incrementare i contributi con interventi di sponsor. Avere uno stadio pieno in questi mesi sarebbe d'aiuto per gli incassi e per il morale della squadra», prosegue Guiotto. «Se i costi a regime fossero superiori ai 5 milioni di euro, dovremmo incrementare i ricavi o diminuire i costi stessi. Se queste possibilità fossero impraticabili, dovremmo comunicare al tribunale che non sussistono le condizioni per proseguire. Ma -ribadisce- ancora una volta prevale l'ottimismo». La vendita della società costituisce uno step successivo: «Nella prima metà di maggio contiamo di indire la prima delle aste», spiega Guiotto. Capitolo risarcimenti: «Se vi fossero le condizioni, verranno innescate azioni con il Tribunale nei confronti di chi ha creato questo dissesto», dice Anedda.

(adnkronos)