Per il mondo del calcio domani si apre una settimana di fuoco. Occhi puntati sul Lotito-gate e le sue possibili conseguenze, sulle ormai quasi certe iniziative della procura federale e sulle disgraziate vicende societarie del Parma, ormai a un passo dal fallimento. A Firenze domani mattina le dichiarazioni del presidente della Lazio, registrate dal dg dell'Ischia Pino Iodice a insaputa dell'interlocutore, e finite sui giornali, saranno il convitato di pietra all'assemblea di Lega Pro.
A pochi giorni dalla bufera per le parole di Lotito, i presidenti dei 60 club della ex serie C si ritroveranno tutti assieme. La riunione in realtà è il proseguimento di quella del 15 dicembre scorso rimasta a metà, ma difficilmente non si parlerà della vicenda Lotito. Anzi il braccio di ferro che oppone una parte consistente dei club di Lega Pro all'attuale presidente Macalli e ai suoi alleati (fra i quali appunto Lotito) potrebbe subire un nuovo scossone, dalle conseguenze imprevedibili. Il bilancio della Lega Pro infatti non è stato approvato, i club chiedono i fondi loro spettanti, la gestione di Macalli viene fortemente contestata. Non è difficile immaginare che la telefonata di Lotito sarà un ulteriore motivo di contrasto.
Martedì il direttore generale dell'Ischia, Pino Iodice, si recherà in procura federale per consegnare il materiale in suo possesso, cioè le registrazioni telefoniche e altre carte a supporto della sua denuncia di pressioni indebite da parte del presidente della Lazio e consigliere federale Lotito. Per gli uffici del procuratore Palazzi ci sarà soprattutto da chiarire la portata delle accuse di Iodice e verificare se riguardano altri club e quali, e soprattutto dovrà valutare se ci sono gli estremi per l'apertura di un'inchiesta vera e propria. La vicenda d'altra parte ha suscitato polemiche e prese di posizione a tutti i livelli, fra le quali quella del sottosegretario alla presidenza del consiglio Delrio che ha detto apertamente che 'il calcio deve cambiare', mentre vari club hanno sollecitato un intervento della Figc e del Coni.
Altra nota dolentissima è quella del Parma, su cui si profila minacciosa l'ombra del fallimento, e che è stato deferito dal tribunale federale e dalla procura federale per non aver pagato gli stipendi e non aver documentato la regolarità dei propri obblighi contributivi e fiscali. Domani i nuovi proprietari dovranno dare risposte certe, anzi certissime ai giocatori, cioè dovranno tirare fuori i soldi per pagare gli stipendi arretrati, altrimenti per il club ducale si apriranno le porte del crac. I calciatori infatti dopo aver resistito tutto questo tempo senza percepire le loro spettanze, potrebbero imitare Antonio Cassano e chiedere lo scioglimento d'ufficio dei loro contratti con il club. Una mossa che sancirebbe in via definitiva la fine del Parma calcio che perderebbe anche quel poco di capitale che gli resta, rappresentato dal valore dei calciatori. Sarà da vedere poi in che modo condurre in porto il campionato in corso.
(ansa)