Un secondo confronto al Viminale (dopo quello dello scorso luglio), per mantenere il dialogo aperto tra la task-force dello Stato sulla sicurezza, i rappresentanti del mondo del calcio e dello sport in materia di violenza negli stadi. E' andato in scena nel pomeriggio ed è servito a tracciare anche un primo bilancio sulle disposizioni più restrittive adottate con il decreto-stadi, poi convertito in legge.
Nell'attesa di una pubblicazione ufficiale, i dati relativi al periodo in cui le nuove norme sono entrate in vigore - e che introducono, tra l'altro, l'inasprimento della durata del Daspo (la durata minima per i recidivi è stata portata a cinque anni e quella massima a otto), l'introduzione del Daspo di gruppo, il blocco delle trasferte, l'arresto differito anche nei casi che incitano all'odio razziale -, sono stati illustrati dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al mondo dello sport e del calcio, rappresentato oggi dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, da quello della Figc, Carlo Tavecchio, dai rappresentati delle Leghe (Beretta, Abodi e Macalli); da quelli delle società di A (tra i presenti De Laurentiis, Baldissoni, Lotito e Marotta).
Il trend che emerge dagli ultimi tre mesi è positivo, rispetto alle due precedenti stagioni, segno che le norme introdotte fungono da deterrente. Almeno finora. I club di Serie A hanno colto l'occasione per segnalare al ministro la questione relativa ai costi degli straordinari delle forze dell'ordine impegnate nella sicurezza delle partite di calcio: questa contestata parte del decreto stadi, infatti, assegna ai club l'onere di versare una quota dell'incasso da botteghino (dall'1 al 3 per cento) per contribuire alle spese. Nelle prossime settimane si terrà un tavolo più ristretto con i soli rappresentanti delle Leghe proprio per discutere di alcune materie fiscali (riguardante anche la tassazione, cui sono soggette le società), poi seguirà un nuovo incontro allargato ai rappresentanti dei club, come quello andato in scena oggi pomeriggio.
(ansa)