CORSPORT (TORRI) - Zero titoli. Credeteci, non cè nessun intento portoghese nella promessa, ma, semmai ce ne fosse stato bisogno, questanno a Trigoria non arriverà neppure la coppa disciplina, trofeo astratto quanto volete, ma al quale Luciano Spalletti ha sempre dato una grande importanza perché non finisce in nessun albo doro, ma sta a lì a dimostrare come i suoi ragazzi abbiano avuto i comportamenti giusti. Non questanno, però. Perché il doppio cartellino giallo, quindi rosso, mostrato ieri da Rosetti a Marco Motta, per la Roma ha voluto dire la nona espulsione subita in campionato. E, al contrario degli anni passati quando i giallorossi erano gli ultimi, quindi i primi, nelle classifica degli espulsi, la Roma è in testa in fatto di cartellini rossi e questo aspetto non può essere sottovalutato. Aveva cominciato De Rossi, proprio qui a Marassi, partita con il Genoa.
Non questanno, però.
Perché il doppio cartellino giallo, quindi rosso, mostrato ieri da Rosetti a Marco Motta, per la Roma ha voluto dire la nona espulsione subita in campionato. E, al contrario degli anni passati quando i giallorossi erano gli ultimi, quindi i primi, nelle classifica degli espulsi, la Roma è in testa in fatto di cartellini rossi e questo aspetto non può essere sottovalutato. Aveva cominciato De Rossi, proprio qui a Marassi, partita con il Genoa. Poi si è proseguito con una certa quanto inopportuna costanza: a Siena fu la volta Mexes e Panucci, nel derby di Perrotta, a Verona contro il Chievo di Brighi, a Bergamo di nuovo Perrotta, con il Genoa in casa toccò a Taddei, allOlimpico contro lUdinese ancora De Rossi che ieri ha scontato il primo dei due turni di squalifica a causa dellesagerata reazione, con insulti, nei confronti di Tagliavento. Se come dicono i criminologi tre indizi costituiscono una prova, figuratevi nove. Spalletti, ieri, nel dopo partita, ha provato a spiegarlo con la stagione tutta in risalita a cui è stata costretta la sua squadra da una partenza ai confini della realtà, ma certo non può bastare per spiegare come mai questo gruppo stia vivendo questa stagione quasi sempre sullorlo di una crisi di nervi. Forse è la conseguenza dellepilogo del passato campionato che ancora molti giocatori sentono sulla pelle, certo il risultato è che, oltre allinfinita serie di infortuni, Spalletti spesso e poco volentieri ha dovuto fare i conti con le assenze di giocatori squalificati. La speranza è che nelle dieci partite che mancano alla conclusione del campionato, i giallorossi riescano a capire che farsi buttare fuori dal campo si trasforma in un danno immediato e anche futuro. E consola poco che il regolamento interno preveda una multa per quei giocatori che si fanno cacciare dal campo.