Quella di Motta è la nona espulsione in serie A: nessuno peggio dei giallorossi

16/03/2009 alle 21:07.

CORSPORT (TORRI) - Zero titoli. Credeteci, non c’è nessun intento portoghese nella promessa, ma, semmai ce ne fosse stato bisogno, quest’anno a Trigoria non arriverà neppure la coppa disci­plina, trofeo astratto quanto volete, ma al quale Luciano Spalletti ha sem­pre dato una grande importanza per­ché non finisce in nessun albo d’oro, ma sta a lì a dimostra­re come i suoi ragazzi abbiano avuto i com­portamenti giusti. Non quest’anno, però. Perché il doppio car­tellino giallo, quindi rosso, mostrato ieri da Rosetti a Marco Motta, per la Roma ha voluto dire la nona espulsione su­bita in campionato. E, al contrario degli anni passati quando i gialloros­si erano gli ultimi, quindi i primi, nel­le classifica degli espulsi, la Roma è in testa in fatto di cartellini rossi e questo aspetto non può essere sotto­valutato. Aveva cominciato De Rossi, proprio qui a Marassi, partita con il Genoa.

Non quest’anno, però.

Perché il doppio car­tellino giallo, quindi rosso, mostrato ieri da Rosetti a Marco Motta, per la Roma ha voluto dire la nona espulsione su­bita in campionato. E, al contrario degli anni passati quando i gialloros­si erano gli ultimi, quindi i primi, nel­le classifica degli espulsi, la Roma è in testa in fatto di cartellini rossi e questo aspetto non può essere sotto­valutato. Aveva cominciato , proprio qui a Marassi, partita con il . Poi si è proseguito con una certa quanto inopportuna costanza: a Siena fu la volta Mexes e Panucci, nel derby di Perrotta, a Verona contro il Chievo di Brighi, a Bergamo di nuo­vo Perrotta, con il in casa toc­cò a Taddei, all’Olimpico contro l’Udinese ancora che ieri ha scontato il primo dei due turni di
a causa dell’esagerata rea­zione, con insulti, nei confronti di Ta­gliavento. Se come dicono i crimino­logi tre indizi costituiscono una pro­va, figuratevi nove. Spalletti, ieri, nel dopo partita, ha provato a spiegarlo con la stagione tutta in risalita a cui è stata costretta la sua squadra da una partenza ai confini della realtà, ma certo non può bastare per spiegare come mai questo gruppo stia vivendo questa stagione quasi sempre sull’or­lo di una crisi di nervi. Forse è la con­seguenza dell’epilogo del passato campionato che ancora molti giocato­ri sentono sulla pelle, certo il risulta­to è che, oltre all’infinita serie di in­fortuni, Spalletti spesso e poco volen­tieri ha dovuto fare i conti con le as­senze di giocatori squalificati. La spe­ranza è che nelle die­ci partite che manca­no alla conclusione del campionato, i gial­lorossi riescano a ca­pire che farsi buttare fuori dal campo si tra­sforma in un danno immediato e anche futuro. E consola poco che il regolamento interno pre­veda una multa per quei giocatori che si fanno cacciare dal campo.