IL MESSAGGERO - Ecco le dichiarazioni del portiere verdeoro alla vigilia del big match in posticipo domenica sera contro il Milan. "Il Milan? Non so se ha il miglior attacco del mondo, in questo momento se la giocano loro e quelli del Barcellona. Kakà, Pato, Ronaldinho? Sono qualitativamente tra i più forti giocatori del pianeta. Possono diventare imprendibili e sono tiratori eccezzionali. Un consiglio ai miei? Meglio se attacchiamo noi...". La prima contro Ronaldinho: "Sì, non l'ho mai avuto rivale in campo. Mi sono allenato con lui con la Nazionale e quindi ho imparato a conoscerlo. Per i movimenti e ovviamente per le conclusioni. Può indirizzare una gara nel verso giusto con le sue giocate, proprio come da noi fa Totti, poi tira le punizioni benissimo, ma non come Del Piero....Alex è imprevedibile, la traiettoria del pallone cambia mentre arriva in porta, Ronaldinho ha un tiro più secco e potente, colpisce di interno e tu puoi solo respingere...".
La prima contro Ronaldinho: "Sì, non l'ho mai avuto rivale in campo. Mi sono allenato con lui con la Nazionale e quindi ho imparato a conoscerlo. Per i movimenti e ovviamente per le conclusioni. Può indirizzare una gara nel verso giusto con le sue giocate, proprio come da noi fa Totti, poi tira le punizioni benissimo, ma non come Del Piero....Alex è imprevedibile, la traiettoria del pallone cambia mentre arriva in porta, Ronaldinho ha un tiro più secco e potente, colpisce di interno e tu puoi solo respingere...".
Su Kakà: "E' forse quello che conosco di più, in Brasile diverse volte ci siamo incontrati, non mi sembra però che mi abbia fatto gol, comunque qui in Italia si è ampiamente rifatto. Lui è il più bravo di tutti, è veloce, ha classe e dribbling, non bisogna lasciargli spazio perchè come vede lo specchio della porta tira".
Su Pato: "Pato è addirittura più rapido nei primi metri, se ti scappa non lo prendi, è più esplosivo e sa inquadrare bene la porta".
Su Dida: "Dida è un vero numero uno, non so se giocherà ma posso dire che se ritrova la condizione può tranquillamente tornare a pensare alla nazionale, anche se c'è uno come Julio Cesar".




