Da Gussoni ad Alberto Sordi, quant’è dura vincere i recuperi

14/01/2009 alle 14:18.

IL ROMANISTA - Per il primo rinvio della storia, i giallo-rossi dovettero attendere solo tre giorni. La trasferta a Busto Arsizio (in più di un’occasione assai infiammata), originariamente prevista per il 25 ottobre 1931, venne effettivamente disputata il giorno 28. Il match fu riacciuffato per i capelli, a sei minuti dalla fine, grazie ad una rete dell’argentino Luduena Chini, che fissò sul 2-2 finale il risultato. Attilio Ferraris, tanto per la cronaca, come sempre nelle trasferte al Nord, deve subire gli sfottò del compagno Mattei, che giocando sulle origini piemontesi della famiglia Ferraris, non appena individuava fra i tifosi avversari, qualche soggetto abbigliato “alla tirolese”, esclamava ridacchiando: “Anvedi Attì, ce stanno li parenti tui che te so venuti a vede”.

attendere solo tre giorni. La trasferta a Busto Arsizio

(in più di un’occasione assai infiammata), originariamente

prevista per il 25 ottobre 1931, venne effettivamente

disputata il giorno 28. Il match fu riacciuffato per i capelli,

a sei minuti dalla fine, grazie ad una rete dell’argentino Luduena

Chini, che fissò sul 2-2 finale il risultato. Attilio Ferraris,

tanto per la cronaca, come sempre nelle trasferte al Nord,

deve subire gli sfottò del compagno Mattei, che giocando sulle

origini piemontesi della famiglia Ferraris, non appena individuava

fra i tifosi avversari, qualche soggetto abbigliato

“alla tirolese”, esclamava ridacchiando: “Anvedi Attì, ce stanno

li parenti tui che te so venuti a vede”. Negli anni 40’, fu la

furia dei “Liberator”, a fermare sotto una galleria il treno con

il quale la Roma marciava verso Genova. Il presidente romanista

Bazzini, quando in quell’8 novembre 1942 non vide arrivare

i suoi ragazzi allo stadio, cercò di rintracciarli in automobile.

Quando finalmente li raggiunse, trovò il tecnico

Schaffer, letteralmente sconvolto dall’accaduto. Il 18 febbraio

1943, quando i Lupi vennero travolti per 3-0 nel recupero,

Schaffer era già tornato ad allenare a Budapest.

Dopo la “scalognatissima” nevicata del Derby dell’11

marzo 1956 (il recupero del 4 aprile fu vinto dai bianco-celesti

grazie ad una rete di Muccinelli), il “malocchio” da sospensione

prosegue con l’acquazzone del 21 dicembre 1958,

quando i nostri, in vantaggio contro il grazie al bombardiere


Da Costa, non andranno oltre al pareggio nel recupero

del 1 aprile. E’ ancora l’X Factor a farla da padrona in Roma

– Cesena del 16 febbraio 1976 (il giorno precedente era

stato Giove Pluvio a far decidere per i rinvio). Finisce 2-2, dopo

che la Roma era stata capace di raggiungere il doppio vantaggio,

ma l’arbitro Gussoni spiana la strada alla rimonta

ospite, concedendo un calcio di rigore che Frustalupi trasforma

e che manda Anzalone su tutte le furie. Il tabù non crolla

neanche per Catanzaro – Roma del 13 gennaio 1982. La gara,

originariamente prevista per il 13 dicembre, verrà trasmessa

in diretta dalla Rai (permettendo ad Alberto Sordi

d’inserire la scena del gol di Nela e la sua esultanza nel film:

“Io so che tu sai che io so”), ma nuovamente il risultato non

schioderà sul pareggio.

Stendiamo uno scaramantico velo pietoso sull’immeritata

sconfitta contro la Sampdoria (subita, però, in quel di Marassi)

del 23 gennaio 1991, dopodiché il 21 aprile 2004, è ancora

il Derby a regalare emozioni forti. La gara, sospesa il 20

marzo, in seguito alle notizie, poi fortunosamente risultate

non veritiere, su un incidente mortale occorso ad un ragazzo,

si concluderà sul pareggio, grazie alla rete, su calcio di rigore,

marcata da capitan . La serie nera dei “rinvii” senza


vittoria, come un cerino acceso passa dalle mani giallorosse

a quelle nerazzurre dell’Inter, quando nello straordinario

pomeriggio del 18 aprile 2007 (recupero della giornata non

disputata il 2 febbraio), apparecchiato per celebrare la certezza

matematica dello scudetto del Biscione, la Lupa espugna,

straripando, San Siro.

Nonostante il “rigoretto” canonico concesso dal magnanimo

Trefoloni, che riequilibra il gol di Perrotta, all’89’ è sua

maestà , con una beffarda carambola su Figo ad incenerire


Julio Cesar, spedendo in rete il pallone (nerazzurro e celebrativo

anche quello per finire nel museo interista ..). Nel

recupero, c’è addirittura tempo per la terza rete firmata da

Cassetti e per l’entusiasmo di una squadra che ha dimostrato

sul campo chi era il più forte.