Clicky

"Io, siciliano e romanista, domani meglio non andare"

20/12/2008 alle 21:50.

IL ROMANISTA - «A Catania non si può entrare in un bar, in un locale pubblico e far capire che si tifa per una squadra diversa da quella rossoazzurra». Pippo Gambuzza, siciliano e romanista, ha fondato nel 2002 il Roma Club Rosolini. Tra Siracusa e Ragusa. Che poi è come dire estremo sud della Sicilia, o quasi. Catania non è lontana, sono appena cento chilometri. Un'ora e mezza d'auto. Domani, Gambuzza resterà a casa. A Rosolini, appunto.

«È meglio così - dice -, e poi noi siciliani siamo abituati a non allontanarci dalla famiglia sotto le feste». È solo una questione di tradizioni da rispettare? Non proprio. Gambuzza racconta quali sotterfugi sono utili per evitare problemi al Massimino: «Quando andiamo, fingiamo di essere tifosi del Catania. Per forza». Perché? «Perché nei bar, nei locali pubblici, basta che qualcuno si accorga di un oggetto qualsiasi che attesti il tuo tifo per un'altra squadra per far scattare una molla... Basta che uno dica "ehi, ma quello è della Roma"». Sia chiaro, Gambuzza non vuole generalizzare: «La stragrande maggioranza dei catanesi sono gente per bene. Bisogna solo stare attenti al teppista di turno». Soprattutto allo stadio. Racconta questo nostro tifoso dall'accento smaccatamente "siculo": «Il problema non è solo dei romanisti. In Sicilia sono quattro gatti rispetto agli juventini, si sa. Eppure, lei ha mai sentito dei tifosi bianconeri, o milanisti o interisti esultare al Massimino a un gol delle loro squadra? No, perché nessun "non catanese" può fiatare. Anche se dopo l'omicidio Raciti i tifosi rosazzurri devono stare attenti. Difficilmente gli verrebbero perdonati altri incidenti».

si è augurato di non rivedere ancora duemila persone a bordo campo. Per Gambuzza, è una richiesta sacrosanta: «Daniele ha ragione. È chiaro che lo scorso 18 maggio questo può avere creato dei problemi alla Roma. Con tutta quella gente attorno, la squadra non aveva la tranquillità giusta per giocarsi uno scudetto». Domani, Gambuzza resterà in famiglia. Come pure la maggior parte dei tifosi giallorossi. Tra loro, anche chi in occasione dell'ultima giornata dello scorso campionato sfidò i divieti di trasferta di Osservatorio e Prefettura catanese per seguire la squadra. Era la gara del possibile tricolore, qualche rischio si poteva correre. I divieti sono stati ripetuti. Anche stavolta il settore ospiti del Massimino sarà chiuso ai romanisti. Il prefetto del capoluogo siciliano, Giovanni Finazzo, si è quasi scusato: «Purtroppo, i precedenti fra le due tifoserie non ci fanno dormire sonni tranquilli».