Non ha fatto mistero di volerlo riscattare a titolo definitivo dalla Roma Carlo Ancelotti, ma nella partita di ieri tra Manchester United ed Everton Robin Olsen ha messo in campo tutte le proprie incertezze, che hanno contribuito al pareggio finale per 3-3 tra Red Devils e Toffees.
Una mancanza del portiere svedese arriva già sulla prima rete del match, quella di Edinson Cavani: dal settore destro del campo parte un cross destinato nel cuore dell'area piccola, ma Olsen non accenna ad uscire dai pali e propizia l'incornata dell'attaccante ex Psg.
Anche il secondo gol dello United, firmato da Bruno Fernandes, mette in evidenza i limiti dell'estremo difensore in prestito dalla Roma: il portoghese lascia partire un destro dal limite dell'area, posizione defilata, a sorpresa ma non irresistibile. Il portiere ne rimane però beffato.
Il terzo sigillo degli uomini di Solskjaer è quello per cui il portiere dell'Everton appare forse meno colpevole, ma rimane il dubbio che sul colpo di testa - ben angolato ma poco potente - di McTominay, Olsen potesse fare un passetto in più prima di tuffarsi alla propria sinistra.
Una prestazione di luci ed ombre, in cui l'estremo difensore ha sfoderato qualche buon intervento ma anche commesso qualche errore di troppo.