LIVE - Coronavirus, Sileri: "Si ripartirà a porte chiuse, ma rischio per calciatori è alto". Otto club di A contrari alla ripresa: "Troppo rischioso". Malagò: "La Serie A ha il diritto di provare a ripartire, ma serve anche un piano B"

20/04/2020 alle 23:30.
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Continuano i dibattiti nel mondo del calcio per studiare la ripresa dei campionati. Nonostante le parole del ministro della Salute, Speranza, tutte le nazioni progettano i rispettivi piani di ripartenza. Queste le notizie dal mondo del calcio e dello sport in costante aggiornamento:

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21.45 - Attraverso un comunicato ufficiale apparso sul proprio sito, il Parma ha preso le distanze dalla notizia circolata in serata in merito alla sottoscrizione di una nota in cui si dichiarava contraria alla ripresa del campionato. "Parma Calcio 1913, in riferimento ad erronee ed imprecise indiscrezioni di stampa, è costretto a ribadire in modo inequivoco la posizione assunta sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Ossia la piena disponibilità alla ripresa della stagione calcistica, qualora le condizioni sanitarie del Paese lo permettessero e – di conseguenza – le decisioni delle autorità competenti la definissero.
Nello specifico, occorre evidenziare che Parma Calcio – contrariamente a quanto riportato in serata da alcune fonti giornalistiche – non ha sottoscritto nelle ultime ore alcun documento in merito, in quanto – al di là di contenuti più o meno condivisibili – ritiene questo modo di procedere divisivo e non coerente alle difficoltà del momento, che richiederebbe da parte di ogni attore in campo non solo il massimo impegno a soluzioni unitarie, ma soprattutto un senso di responsabilità, serietà e sobrietà adeguato alla drammaticità del momento".

(parmacalcio1913.com)

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21.30 - In Premier League è stato raggiunto in casa l'accordo per la riduzione degli stipendi. Giocatori e staff rinunceranno al 12,5 per cento dei loro emolumenti. Questo il comunicato sul sito del club per annunciarlo. «Siamo lieti di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo volontario con i nostri giocatori della prima squadra, il capo allenatore e il personale di base per aiutare il club a sostenere questo momento critico. C'è stato un chiaro apprezzamento della gravità della situazione attuale causata dalla pandemia di Covid-19 e un forte desiderio di giocatori e staff di mostrare il loro sostegno alla famiglia dell'. Le riduzioni dei guadagni annuali totali del 12,5 per cento entreranno in vigore questo mese. Se raggiungeremo obiettivi specifici nelle stagioni a venire, principalmente legati al successo in campo, il club rimborserà gli importi concordati. L'accordo si basa sul presupposto che finiremo la stagione 2019-20 e riceveremo le entrate complete dei diritti tv».

(ANSA)

21.30 -  Mercoledì si svolgerà l'Assemblea di Lega che dovrebbe chiarire le sorti del campionato italiano. Secondo quanto appreso dall'agenzia di stampa alcuni club si presenteranno non convinti della ripresa. Tra questui ci sarebbero Parma, Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, e che avrebbero esposto le loro perplessità attraverso una nota comune. "Con l’eventuale ripresa del campionato e successiva interruzione per conseguenze derivanti da contagio Covid-19, quali effetti giuridici potrebbero subire i singoli calciatori o interi club (per gli effetti dell’ottemperanza a provvedimenti mitigatori al contagio – autoisolamento o quarantena)? In particolare potrebbero sopravvivere la legittimità delle pretese dei club di invocare la forza maggiore a far data dal DCPM 9 marzo 2020 con riguardo a rapporti contrattuali di durata preesistenti alla data? L’assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione della competizione pur in presenza di un rischio incalcolabile".

(adnkronos.com)

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21.10 - Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla possibilità di riapertura degli stadi in vista della ripresa del campionato, che dovrebbe avvenire non prima di giugno. Queste le sue parole: "Da medico e da Viceministro della Salute sostengo che le regole per l’attività all'aperto dovranno essere ancora le stesse per alcune settimane e poi con l’avvio della fase 2 mi auguro possano essere modificate, ma solo se i dati ci consentiranno di farlo. Pertanto gli stadi non potranno riaprire, il rischio tra i giocatori anche per partite a porte chiuse resterebbe troppo alto".

(ansa.it)

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21.00 - La Commissione medica creata dalla FIGC per delineare una linea comune a tutte le società di A in vista della ripresa degli allenamenti, e successivamente del campionato, ha perso il dottor Rodolfo Tavana. Questo è il del Torino e rappresentava nella commissione i sanitari delle squadre del massimo campionato italiano. Queste le sue parole: "Non ho avuto problemi col presidente della commissione. Nell'ultimo mese e mezzo ho dedicato molto tempo alla commissione, ora questioni personali e professionali mi impediscono di dedicarle l'attenzione che merita, per cui preferisco passare il testimone a chi possa occuparsene a tempo pieno".

(La Repubblica)

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17.00 - Torna a parlare il professor Castellacci, ex responsabile dello staff medico della Nazionale e presidente dell'Associazione Medici Italiani di Calcio. Di seguito le sue dichiarazioni:

"La categoria che deve prendere la decisione ultima sulla ripresa del calcio deve essere quella dei medici, non dei dirigenti. Ciò vale sia sul piano nazionale, sia sul piano sportivo. In ogni caso i medici devono assumersi la responsabilità di dettare delle linee guida. Ho consigliato da tempo di fare degli esami e degli accertamenti supplementari importanti sui giocatori che hanno sofferto di Covid 19, perchè leggendo determinati studi, si evidenziava che questo virus subdolo e malefico, potrebbe portare dei danni collaterali ad altri organi, come il cuore, oltre che fegato e reni. Fortunatamente nel protocollo della FIGC questo mio appello è stato ascoltato e sono previsti degli esami supplementari per tutti gli atleti”.

Quali sono le criticità applicative del protocollo sanitario della FIGC?
Non sono stato invitato come rappresentante dei medici sportivi del calcio e questo c’è dispiaciuto, perchè la nostra è un’associazione che ha oltre 50 anni e da sempre porta avanti le istanze dei medici del calcio, che spesso nei club sono l’unica ruota del carro. Pensavamo di avere pari dignità delle altre associazioni calcistiche. Ho grande stima del Presidente Gravina e affetto per la FIGC che è stata la mia famiglia per 15 anni ma avremmo voluto dare il nostro contributo. Noi conosciamo le realtà territoriali, le differenze tra club di A, B, C e dilettanti. Queste linee guida non potranno andar bene per le società minori, per difficoltà economiche, per carenze di tipo logistico e per carenze di staff, in molti club dalla B in giù, c’è un solo medico per squadra, molti lo fanno per passione avendo poi altre attività. Fortunatamente è stato deciso che la priorità del protocollo riguardi la A. Le linee guida scientificamente sono accurate, certamente emerge qualche perplessità. Un conto ad esempio è avere un centro sportivo con foresterie con 50 camere singole, spogliatoi differenziati, ristoranti dove si possono creare cittadelle autonome, un conto è non avere queste strutture e in A molte società non le hanno. Chi non le ha dovrà assimilare al centro sportivo degli alberghi, ma il personale dell’albergo rimarrà in quarantena con il Gruppo Squadra oppure saranno assunti dei dipendenti dei club? Se si vuole quasi azzerare il rischio di contagio bisogna che questi ritiri siano assolutamente blindati

Non è convinto neanche delle porte chiuse allo stadio?
Sarà il governo a decidere se il calcio ripartirà e come. In questo momento mi sento di dire che ripartirà in primis solo la Serie A, perchè le linee guida FIGC sono applicabili forse solo in Serie A con tale rigore

Sui tamponi che saranno sottratti alla collettività per ottemperare allo screening dei giocatori?
Nascerebbe un problema etico, è lapalissiano. Mi auguro che prevalga il buon senso e ci sia un accordo tra Ministero della Salute, Governo e istituzioni del calcio, che permetta di fare questi esami senza ledere il diritto prioritario del comune cittadino ad attingere ai sistemi di tamponatura

Giocare dopo due mesi di stop ogni tre giorni, con sole tre settimane di ritiro può provocare un aumento degli infortuni?
Certamente è una dinamica da tenere in considerazione. Nel protocollo è previsto un periodo di ritiro di tre settimane, con allenamenti graduali, che riporteranno le squadre ad allenarsi normalmente con le classiche partitelle solo dopo alcune settimane, una volta verificato che in tutte le cittadelle non si sia sparso il virus.
Sicuramente può esserci un’incidenza sul numero di infortuni e penso anche ai ragazzi che hanno contratto il virus. Il clima può incidere, anche se ritengo che il caldo e l’umidità siano relativi, il problema sarà giocare ogni tre giorni. Siamo di fronte ad una situazione emergenziale, lo stesso calcio se ripartirà lo farà in maniera assolutamente anomala, ma andrà accettato se si vuole riprendere

E’ giusto ripartire? Se lo si fa non è un errore farlo troppo presto?
Sono valutazioni estremamente difficili, da medico uno cerca di essere più saggio e prudente, sono consulente in Cina, ho vissuto la situazione anche lì, prima che arrivasse in Italia e lì hanno ripreso da poco ad allenarsi e il campionato ripartirà non prima di luglio, quindi è giusto avere delle perplessità sulle tempistiche. Per questo l’eventuale protocollo definitivo che sarà varato, dovrà essere applicato in maniera assolutamente rigoroso, perchè l’aspetto preminente è la salute degli atleti”.

(Centro Suono Sport)

16.35 - Giovanni Malagò ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale del quotidiano sportivo. Queste le sue parole:

"Il calcio ha diritto e dovere di ricominciare da quello che ritiene più giusto. Ma in questo caso mi sembra che si parli di Serie A. E' indispensabile prevedere un'alternativa se però non si dovesse riprendere. Lo dico senza polemica. Non mi permetto di interpretare le parole di Gravina, quando ci siamo parlati gli ho anche detto che ha delle responsabilità importanti in una situazione non facile. Conosce il mio pensiero e penso di essere stato molto corretto nei suoi riguardi quindi non ho altro da aggiungere".

Cosa pensa del fatto che siano stati fatti i tamponi ai calciatori e si progetta di farne a migliaia nonostante i test scarseggino?
"E' evidente che ci deve essere una situazione di offerta di tamponi che al momento non c'è. Non so se il paese in 15 o 20 giorni sarà in grado di garantirli". 

Se la Serie A non ripartisse sarebbe giusto non assegnare lo scudetto?
"A mio parere sarebbe una scelta di buon senso. L'ho già detto riferendomi non solo alla Serie A ma a tutti gli sport. Solo una voce non ha compreso le mie parole. E' normale che se il campionato si finisce si assegna lo scudetto. Se, come in altri sport, non si finisse il campionato, penso sarebbe giusto non assegnare i titoli".

(gazzetta.it)

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15.30 - "Quando i tifosi potranno tornare allo stadio? Personalmente non vedo nel 2020 partite con pubblico. Per quest'anno credo sia molto difficile ma vale anche per gli altri sport", così Victor Montagliani, presidente della Concacaf e vicepresidente Fifa. La ripresa degli allenamenti "sarebbe un messaggio importante, piano piano dobbiamo tornare alla vita normale - le sue parole a 'La Politica nel Pallone'  - Ma se il calcio ha sempre fatto quello che ha voluto, stavolta deve attenersi a quello che diranno le autorità sanitarie e governative". La proposta arrivata da un medico belga di far scendere in campo i giocatori con una mascherina viene bocciata da Montagliani: "Se si deve giocare a calcio così, meglio di no, è qualcosa che va un po' troppo al di là della normalità. Quando si tornerà a giocare a calcio, dovrà essere il calcio che conosciamo. Anche il presidente Infantino è stato chiarissimo a riguardo: oggi le vite umane contano di più del calcio, nel frattempo lavoriamo per poter tornare alla normalità ma se si deve aspettare di più per giocare, si aspetterà".

Nel 2020 "ci sarà anche spazio per le nazionali, anche se bisogna trovarlo: le date che abbiamo oggi sono più numeri che altro". Sul via libera per prolungare oltre il 30 giugno i contratti in scadenza "giocatore e società devono essere d'accordo". Mentre l'idea di un calciomercato aperto fino a dicembre è stata accantonata: "Abbiamo deciso che era meglio attenersi alle 16 settimane".

(Gr Parlamento)

15.20 - «La Serie B vuole giocare, la maggior parte dei presidenti vogliono tornare in campo. Per un discorso di federazione comincerà qualche settimana dopo, non abbiamo le coppe e possiamo gestirla meglio. Possiamo ripartire anche 10 giorni dopo». Lo dice il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, in merito alla ripartenza del campionato cadetto. «Come funzionerà il protocollo? Ognuno deve cercare di risolvere il problema - spiega -. Noi abbiamo un centro sportivo bellissimo, abbiamo già trovato una struttura che ci ospita e siamo pronti per ripartire. Dobbiamo solo capire il protocollo sull'aspetto sanitario, tamponi, sanificazioni. Per tutto il resto c'è una soluzione». «Io non voglio che certe cose vengano sottovalutate, ma oltre i 22 che scendono in campo, ci sono tantissime altre persone che hanno voglia di riprendere con le dovute accortezze. Il calcio va visto non solo dal lato sportivo, ma anche dal lato economico. Il 4 Maggio deve ripartire anche il calcio, un'azienda come le altre, tutte hanno un'importanza nel proprio campo. Io sono con Gabriele Gravina che dice dal primo giorno che c'è bisogno di ripartire», conclude Lovisa.

(Radio Punto Nuovo)

14.45 - I dirigenti del starebbero valutando la possibilità di cambiare stadio per disputare le rimanenti partite della Liga spagnola. Lo riporta lo spagnolo Okdiario. L'idea del club merengues sarebbe quella di scendere in campo allo stadio «Alfredo di Stéfano», un impianto situato nella «Ciudad Deportiva di Valdebebas» e che è usato per le partite del Castilla, la seconda squadra del club madridista. Se la stagione dovesse proseguire, gli incontri saranno giocati solamente senza il pubblico in tribuna, eventualità che ha portato il a pensare alla possibilità di giocare al «Di Stéfano» e ad accelerare così i lavori di riqualificazione del Santiago Bernabéu. Dopo una pausa di dieci giorni, i lavori proseguono a buon ritmo. Se alla fine la Liga dirà «sì» al cambio di campo, la ristrutturazione del Bernabéu non subirebbero alcuno stop fino al mese di settembre, dato che durante ogni partita i lavori dovrebbero fermarsi per rendere agibili gli spazi ai tifosi.

14.26 - In Francia si va verso la ripresa dei campionati di Ligue 1 e Ligue 2. Lo comunica la Ligue de Football Professionnel con una nota ufficiale. La proposta è quella di ripartire il 17 giugno per concludere a fine luglio, con ripresa della prossima stagione fissata per il 22-23 agosto.

(lfp.fr)

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14.20 - Ai microfoni dell'emittente radiofonica è intervenuto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che ha commentato l'eventuale ripresa del calcio: "Serve una posizione scientifica e gli stadi non si potranno aprire. Far ripartire il calcio a porte chiuse è verosimile, ma da medico ci vedrei comunque qualche problema. I giocatori verrebbero in contatto tra loro. Il 4 maggio è la data di apertura prevista, ma avremo bisogno di adottare delle misure di sicurezza come la distanza sociale e le mascherine. Lo sport individuale si potrà praticare anche a livello amatoriale, ma non più di 40 minuti". "Il comitato tecnico-scientifico - continua - e tutte le autorità mediche che ruotano intorno al calcio stanno pensando ad una soluzione per farlo ripartire. I primi sport che potrebbero riaprire sono il golf, la Formula Uno e il nuoto". "Il protocollo - aggiunge sulla ripresa degli allenamenti - è stato stilato in maniera appropriata, ma aspetterei ancora per valutare l'andamento dell'epidemia. Il numero di tamponi potrebbe essere superiore rispetto ai 1400 previsti. Se si fa una partita a porte chiuse è indifferente il luogo in cui si disputa. Il problema dello stadio è relativo solo alla presenza dei tifosi, a porte chiuse non ci sono rischi, dove la giochi la giochi è uguale".

(Radio Kiss Kiss )

14.00 - Torna a parlare il responsabile della comunicazione della Lazio, Arturo Diaconale: "Parole di Spinelli? E' un periodo in cui le condizioni in cui siamo tutti tendono un po' ad esacerbare, alimentare, un clima di tensione. C'è chi riesce a mantenere la calma e chi no, ma non si possono pretendere atteggiamenti cauti da parte di tutti. Avrà usato quelle parole per essere in sintonia con gli scaricatori di porto che lui gestisce a Livorno. Più volte ho detto che chi parla di attributi è per nascondere di non averne abbastanza -  le sue parole ai microfoni dell'emittente radiofonica - . Alcuni vogliono evitare la retrocessione, è giusto, ma non si capisce perché l'interesse loro debba condizionare l'interesse collettivo nel non finire a rotoli interrompendo il campionato e facendo saltare bilanci di parecchie società. Bisogna cominciare a pensare ad una fase di ripresa per non andare incontro ad un'economia disastrata che implicherebbero tensioni sociali. Un minimo di accortezza vorrebbe riflettere sul ripartire in sicurezza che può essere realizzato all'interno del mondo del calcio. Il problema è fuori dal mondo del calcio". 

"Parole di Malagò? Molte persone chiedono di non assegnare lo scudetto, ma non è quello il problema, ma quale futuro aspetterebbe l'aspetto economico-sociale. Non so se Malagò voglia mettere le mani sul mondo del calcio, ma so che come presidente CONI dovrebbe preoccuparsi di dare indicazioni su come vorrebbe la ripresa complessiva del mondo dello sport - aggiunge - . Troppa politica? Sicuramente la politica poi si intreccia profondamente con le nostre vicende, non ci inventiamo niente. Molti usano quest'emergenza per scopi politici, il che – anche se umano – andrebbe quantomeno contenuto e ridimensionato. I calendari possono essere studiati, il problema di giocare in estate non esiste. La priorità è quella di salvare un settore economico che rischia il tracollo. Ogni società deve essere in grado di poter porre fine ad ogni problematica. Cellino? L'ho sentito per gli auguri di immediata guarigione pur continuando a non condividere la sua posizione. Se dice di essere positivo e per questo il calcio si deve fermare, gli ho detto “Chi sei? Il marchese del grillo?”. Bloccare diretta di Balotelli? Essendo responsabile della comunicazione, più si comunica meglio è. Il rapporto che abbiamo con Ciro Immobile è squisito".

(Radio Punto Nuovo)

12.45«L'emergenza economica non deve avere la precedenza sull'imperativo della salute pubblica. Rinunciamo a una ripresa del campionato che, in queste condizioni, sarebbe affrettata e pericolosa». È l'appello lanciato da Sylvain Kastendeuch, co-presidente dell'Unione dei calciatori professionisti francesi (UNFP) dalle pagine di Le Monde. «Raccogliamo oggi le condizioni per una prossima stagione di successo ed esemplare nel calcio che amiamo così tanto - scrive il dirigente - Accettiamo l'idea di una forma di distruzione creativa causata da questa crisi. Per consentire ai nostri talenti di continuare a brillare, mi sembra più ragionevole, più giusto e più virtuoso fare, oggi, la scelta della ragione, in modo che domani possiamo fare di nuovo quella del cuore». Kastendeuch teme che le condizioni di salute e sicurezza fisica per proteggere i giocatori non siano soddisfatte, mentre la Lega francese (LFP) spera di completare entro la fine di luglio la stagione 2019-2020 di Ligue 1 e Ligue 2, sospesa a causa del Covid-19. In gioco c'è la sopravvivenza economica dei club professionistici, privati di parte delle entrate derivanti dai diritti televisivi, attualmente sospesa dalle emittenti televisive beIN Sports e Canal+. Se il calcio dovesse riprendere la stagione questa estate in Francia, probabilmente a porte chiuse, solo quattro campionati sarebbero interessati: la L1 e la L2 gestite dalla LFP, così come la N1 (uomini di 3/a divisione) e la prima femminile, supervisionata dalla Federcalcio francese. Per tutti gli altri tornei è già stata ratificata la chiusura.

11.55 - Ezequiel Lavezzi, vecchia conoscenza del calcio italiano per i 5 anni passati al , scende in campo per aiutare la sua città natale, Villa Gobernador Galvez, in questo difficile momento dovuto all'emergenza coronavirus. L'ex attaccante argentino, a quanto riporta 'Olé' ha donato 70mila euro con cui sono stati comprati 7.500 pacchi di generi alimentari da distribuire alle persone in difficoltà economica. L'iniziativa del 'Pocho' Lavezzi arriva in un momento complicato per l'Argentina, dai primi di aprile il paese è fermo per il lockdown, al momento sono oltre 3000 le persone contagiate, 134 le vittime.

11.45 - Se non si completera' la stagione a porte chiuse, molti club potrebbero fallire. Non ci gira troppo intorno Fritz Keller, presidente della Federcalcio tedesca (Dbf), che in un'intervista a "Kicker" ribadisce che bisogna tornare in campo per salvare il sistema, anche a costo di andare avanti fino alla fine a porte chiuse, altrimenti "alcuni tifosi non potranno mai piu' andare a vedere una partita della propria squadra, perche' potrebbe presto non esistere piu'". Nei prossimi giorni Dfb e Bundesliga si riuniranno per provare a stilare un piano per completare la stagione.

10.45 - Un piano in diversi punti per la ripresa degli allenamenti a partire dal 4 maggio, con controlli medici, lavori in gruppi ristretti, ritiri chiusi: non è il protocollo della serie A, ma la Spagna che programma il suo ritorno in campo, provocando forti perplessità del , capolista del campionato. A rivelare il piano che i medici sociali discuteranno oggi, e domani analizzeranno tecnici e capitani in una riunione, è El Mundo Deportivo. Quattro le frasi: controlli medici, allenamenti individuali, allenamenti a gruppi di non più di otto giocatori, allenamenti collettivi. Costanti i tamponi, ritiri chiusi di 15 giorni nei centri sportivi o in alberghi, docce a casa per tutta la prima fase. Il protocollo è già in mano ai club della Liga, e il ha lasciato filtrare tutte le sue perplessità: troppa fretta di tornare a giocare, a discapito degli allenamenti con conseguenti rischi di infortuni, e poi polemiche per l'alto numero di tamponi ai giocatori che passerebbero per privilegiati. Il tecnico Setien e il capitano Busquets hanno già messo per iscritto le loro obiezioni, e secondo El Mundo sono pronti a far opposizione nella riunione prevista domani, tra capitani, tecnici e Liga.

10.30 - «Finire i campionati è infinitamente meglio che non giocare più. La prima data utile sembra giugno ma se così non fosse sposteremmo le lancette più in là». Così l'amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, in merito a una possibile ripresa dei campionati fermi da oltre un mese a causa dell'emergenza coronavirus. Nel corso di un'intervista al quotidiano l'ex ad del Milan torna sulla proposta di allineare i campionati all'anno solare, finendo con calma la stagione 2019/20 anche oltre settembre e ripartire nel 2021 con la prossima stagione: «Intanto se tra campionati e coppe si andasse in autunno, sarebbe una conseguenza quasi inevitabile. E poi nel 2022 ci saranno i Mondiali in Qatar da novembre a dicembre, possiamo allinearci». Galliani spiega anche come, dopo il 2022, si tornerebbe al classico svolgimento della stagione tra agosto e maggio dovendo giocare in pochi mesi: «Dividere la Serie A in due gironi da dieci squadre con le prime otto o prime quattro che si sfidano ai playoff per lo scudetto facendo durare la stagione solo cinque mesi».

(Il Giornale)

10.20«Qui a Shenzhen siamo tutti con le mascherine quando siamo all'aperto ma la vita è tornata come prima, in totale libertà nonostante i controlli nei locali e nei market. Per il resto si è abbastanza liberi». Lo dice l'allenatore dello Shenzhen, Roberto Donadoni, ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport'. «Non abbiamo ancora un programma certo su quando riprenderà il campionato -prosegue il tecnico -. Noi ci stiamo allenando come tutte le squadre nel nostro centro sportivo in assoluta libertà. Si dice anche che le prime gare potrebbero essere anche senza pubblico. Ma sono tutte ipotesi, ancora non sappiamo neppure le date, sicuramente è una situazione surreale». L'ex allenatore del Parma si esprime poi sulla possibile ripresa della Serie A a inizio giugno: «Non vivendo in prima persona la situazione non saprei. Credo che possa essere possibile, ma molto dipende da noi e dalla nostra capacità di gestire le cose. Con rispetto, educazione e attenzione. Se non saremo superficiali si potrà ripartire ma dipende davvero dal grado di educazione. La Cina, in questo, credo abbia data un buon insegnamento». «Credo che per il calcio ci sarà un ridimensionamento. Si dovrà pensare non solo al portafogli. Le cose non potranno andare come prima, bisognerà davvero rivedere tante cose», conclude Donadoni.

(Rai Radio 1)

10.15 - «Non credo che si possa tornare in campo senza contatti fisici, altrimenti non sarebbe calcio. Va bene giocare senza spettatori, vanno bene tutti i controlli. Ma senza contatti, senza contrasti, non è possibile. A queste condizioni non ci penso nemmeno a ricominciare». Francesco Acerbi, difensore della nazionale e della Lazio, così si è espresso a Radio anch'io sport a proposito della possibile ripresa della Serie A. Acerbi è parso scettico anche sull'ipotesi di svolgere il torneo nell'anno solare: «Sono supposizioni, secondo me è un pò difficile. C'è l'Europeo. Io spero che questa epidemia finisca prima possibile, per poi ripartire normalmente l'anno prossimo, magari non ad agosto ma a fine settembre, giocando a Natale. Però io rispetterei la tradizione. Non sfalsarei troppo le date di inizio e fine». Bocciata da Acerbi, consigliere dell'Assocalciatori, la possibilità di disputare le partite che mancano rispettando un rigido isolamento, con un ritiro di un paio di mesi: «Non credo sia possibile un ritiro di due-tre mesi. Non penso di correre rischi muovendomi tra casa ed il luogo di allenamento se prendo tutte le precauzioni, indossando mascherina, guanti e quant'altro». «L'augurio di tutti è ripartire, ma il problema è che non si rema tutti dalla stessa parte - ha aggiunto - Noi vogliamo giocare, ma con la massima sicurezza». Infine una battuta sulla sua squadra: «La Lazio è assolutamente da scudetto, ha vinto tante partite ed anche nei momenti di difficoltà non si è mai disunita. Se il campionato riparte penso che la mentalità resterà la stessa fino alla fine».

(Rai Radio 1)

10.30 - In Cina si sta tornando alla normalità ma per l'inizio del campionato, programmato inizialmente per il 22 febbraio e poi posticipato a data da destinarsi, bisognera' aspettare ancora un po'. Secondo Huang Shenghua, patron del Guangzhou R&F, "se ci basiamo sulla situazione attuale, la nuova stagione dovrebbe partire a fine giugno o inizio luglio". Lo stesso Huang si dice ottimista sulla possibilita' di disputare la stagione nella sua interezza, giocando tutte e 30 le giornate in programma.

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