AS ROMA MATCH PROGRAM (T. RICCARDI) - L’ultima volta che la Roma affrontò una squadra tedesca all’Olimpico correva l’anno 2015. Il contesto era quello della Champions League, l’avversario il Bayer Leverkusen del dirigente Rudolf Voeller. Per la gente romanista “Rudi”. Meglio noto come “il tedesco volante“. Quello che faceva innamorare la gente con i gol e il sacrificio costante per la squadra. Uno che tra il 1987 e il 1992 mise insieme 198 presenze e 68 reti. Senza dubbio alcuno, tra i migliori centravanti che abbiano indossato la maglia numero 9 della Roma. Si diceva del 2015, di quel Roma-Bayer Leverkusen di Champions. Partita che Voeller seguì dalla tribuna, come direttore sportivo del club tedesco. Carica che ricopre tuttora. Vinse la Roma, 3-2. Di fatto, portandosi a casa il passaggio del turno agli ottavi di finale.
Ricorda quella serata di quattro anni fa?
Certamente. Fu un doppio confronto molto tirato, sia all’andata, sia al ritorno. In casa nostra pareggiammo 4-4 in una gara emozionante, al ritorno perdemmo 3-2 e fu meno bella per noi, tanto che poi arrivammo terzi nel girone e non ci qualificammo alla fase successiva. Ricorda nei preliminari di quella Champions chi battemmo per arrivare ai gironi?.
La Lazio.
Esatto. All’Olimpico perdemmo 1-0, poi al ritorno vincemmo 3-0. Fu una bella soddisfazione per noi.
Lo fu anche per i romanisti. A proposito di Champions, quest’anno il Bayer Leverkusen affronta la Champions, è nel girone della Juventus.
Sì, stasera affrontiamo l’Atletico Madrid nel terzo incontro del raggruppamento (l’intervista è stata realizzata la mattina del 22 ottobre 2019, giorno di Atletico Madrid-Bayer Leverkusen, poi finita 1-0 per gli spagnoli, ndr). Siamo a zero punti, vogliamo invertire la rotta e fare del nostro meglio. L’obiettivo è sempre quello di vincere e arrivare più lontano possibile, proprio come la Roma nel 2018 che si è giocata la finale con il Liverpool fino alla fine. Questo deve essere lo spirito giusto.
Ha menzionato la Roma, che giocherà in Europa League contro il Borussia Moenchengladbach.
Conosco bene la formazione di Marco Rose. È prima in Bundesliga, ha perso l’ultima contro il Borussia Dortmund, ma ha giocato una bella partita e avrebbe meritato qualcosa in più. Il Borussia pratica un calcio aggressivo, offensivo, sarà complicata per la Roma anche se avrà il vantaggio – rispetto agli avversari – di non trovarsi in difficoltà estrema in classifica. Comanda il girone con quattro punti, è un bel punto di partenza.
La squadra di Fonseca arriva alla sfida con qualche infortunato di troppo.
Vero ed è un peccato, ma la Roma ha la rosa per fare risultato a prescindere. Non conosco nel dettaglio i metodi di lavoro del tecnico portoghese e non voglio dare giudizi di merito a distanza. Non è corretto.
Se invece dovesse indicare qualche calciatore del Borussia da temere?
Marcus Thuram, figlio di Liliam, è senza dubbio un attaccante interessante e in forma. Ma quello che più di altri mi impressiona è il centrocampista Denis Zakaria, nazionale svizzero. È un gioiello.
Quali sono, invece, i gioielli giallorossi su cui si sente di puntare per il presente e il futuro prossimo?
La Roma ha giovani di prospettiva come Zaniolo, Kluivert, lo stesso Cengiz Under. Ma sono contento che la società abbia confermato Dzeko. È il calciatore più importante della squadra. Fa gol, ha forza fisica, esperienza, non si tira mai indietro in nessuna situazione. A Genova ha giocato con la maschera al viso dimostrando attaccamento alla professione, al club e ai tifosi.
Dove può arrivare il gruppo giallorosso?
Recuperando calciatori e fiducia, con il lavoro quotidiano, l’obiettivo da perseguire deve essere sicuramente quello di un posto in Champions League. La rosa per arrivarci c’è. È una competizione da vivere. Il mio Bayer Leverkusen ha partecipato a sei edizioni della Champions in dieci anni. La Roma quante, invece? Non ricordo.
Dal 2009, sei volte contando pure i preliminari con il Porto del 2016.
Ecco, più o meno come noi del Bayer. Deve tornarci presto perché lo merita e perché in quel contesto è stata protagonista assoluta. Ma mi auguro che faccia una grande Europa League e arrivi fino alla fine. Come la mia Roma che nel 1991 giocò la doppia finale con l’Inter.
Nelle altre pagine del magazine è presente un servizio sulla triste vicenda di Robert Enke, il portiere tedesco scomparso dieci anni fa. Ha un ricordo particolare in merito?
Era un bravissimo ragazzo e un ottimo portiere che con l’Hannover fece grandi cose, diventando anche capitano. Il fatto colpì tanto la gente in Germania. Ed è inutile aggiungere altre parole. Solo rispetto.