LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ndo nnamo dominamo.
I tifosi, sicuramente, da sempre, protagonisti assoluti in trasferta, da decenni. La squadra meno. Da sempre. Ma l’amore è cieco e fa spesso vedere cose che in realtà non esistono, o vengono alterate dal sentimento.
Le squadre che giocano allo Stadium partono battute, si consegnano.
Purtroppo anche la Roma, da sei anni a Torino il motivo dominante è stato la sconfitta, unita all’amarezza di entrare in campo con il complesso di inferiorità e di uscire senza punti. Una volta di punti la Roma ne avrebbe meritati tre, in panchina c’era Garcia ma purtroppo in campo, vestito da arbitro, c’era Rocchi. Per il resto si contano anche due match impari con Luis Enrique e Zeman e due sconfitte di misura con Spalletti in due partite, le ultime, chiuse praticamente senza tiri verso la porta di Buffon. La Roma e il Napoli fra le big sono le uniche ad aver sempre perso in casa juventina.
Fosse che fosse la volta bona.
Quante volte ce lo siamo detti. Speranze e auto fomento da tifosi. Che ci fosse in campo Heinze o Marquinhos, Manolas o Piris. La speranza fa parte del pacchetto dell’amore. È il cuore che parla, quando la testa vorrebbe ribattere riportandoci coi piedi per terra, sapendo, in fondo, che la differenza di valori fra le due squadre è spesso stata netta, marcata. Stavolta sembra tutto diverso. Se la Roma avesse già giocato e vinto con la Sampdoria, dopo quasi un girone avrebbe lo stesso identico cammino della Juventus. A loro il miglior attacco, ai giallorossi la miglior difesa, e questa sarà una partita nella partita sabato sera. La Roma di oggi è diversa. Consapevolezza, personalità, equilibrio, esperienza: caratteristiche innate dell’attuale gruppo, esaltate con bravura da Di Francesco. Lo Stadium è provocazione in tribuna, alito dei tifosi addosso, volume alto della musica che accoglie i calciatori, catino perfetto per una squadra, quella di Allegri, che non muore mai, che per l’ennesima volta è ripartita facendo già sbandare chi finora si è alternato in testa alla classifica, Napoli e Inter.
Mai ‘na gioia.
Quante volte lo avete letto? Quante volte è stato detto? Oramai intercalare urticante, decisamente iettatorio. Da abolire nel linguaggio quotidiano e dei social. Da dimenticare in campo. Perché mai nel recente passato c’è stata la sensazione forte, come adesso, che possa esse la volta bona.
@augustociardi - In The Box