TRS - Il presidente del Coni Giovanni Malagò, ha parlato all'emittente radiofonica di Francesco Totti, nel giorno del suo addio alla Roma. Queste le sue parole:
Oggi è il Totti Day, andrà sul calendario?
Non c’è dubbio, sono date che si ricordano. E’ una giornata sportivamente molto importante, si conclude anche il 100 giro d’Italia, che unisce nord e sud e con la Ferrari, che dopo tanto tempo prende la pole. Chiudiamo con questa celebrazione a Francesco, che secondo me, e l’hanno capito quasi tutti, tranne i faziosi e gli ineducati, è un momento che va oltre al concetto di un giocatore per una squadra. E’ sulla linea di Del Piero, Bergomi e lui, più di tutti, al di là dei numeri, con 24 anni in una squadra, che gli ha dato poche soddisfazioni in trofei, lo hanno fatto accrescere come prestigio in città e fuori.
Totti appartiene a tutti…
E’ sempre sbagliato generalizzare, io penso che uno juventino, anche se è stato un rivale acerrimo di Totti, con momenti alti e bassi, non può che rispettare il valore del giocatore. E’ successo a San Siro contro il Milan, che era dispiaciuto per quello che non è successo, ovvero il suo ingresso in campo. Io ho trovato molto bello il messaggio della Curva Nord della Lazio: è un segnale di grande civiltà e di rispetto.
Totti non è riuscito a dormire, ma anche tanti tifosi…
Diciamo che è una situazione per tutta Roma, è anche incomprensibile vista da fuori. Questo psicodramma, nel bene o nel male, con la sua uscita dal campo, non è comprensibile. Sono sensazioni impossibili da spiegare, ci sono tanti interrogativi. E’ una vicenda tutta nostra che dà la dimensione in contemporanea di quanto purtroppo, calcisticamente parlando, non sono in una dimensione internazionale e di spessore, ma allo stesso tempo anche della grandezza di questo calciatore. Paradossalmente i tifosi dicono di preferire i pochi trofei, però di aver vissuto Totti. Questo è la forza e la debolezza di questa vicenda.
Totti che messaggi lascia ai giovani?
Ha saputo dire no tante volte, altrettante volte ci ha messo la faccia. Nella sua grandezza è sempre stato coerente e sincero, anche per cose illogiche e irrazionali. Ha sempre agito d’istinto, ma spesso in modo ponderato, come in questi ultimi tempi. Sappiamo benissimo quello che succede, tramite il Dio denaro, non perché lui non abbia guadagnato, ma sicuramente ha sempre messo al centro l’amore per la maglia e per la città. Il discorso dei giovani è un messaggio di uno che inizia la carriera da calciatore, ma deve mantenere cuore e sentimenti. Oggi nelle scuole calcio si impara fisicità, tecnica e così via, ma al professionista questo tipo di valori vanno trasmessi. 24 anni in un calcio fatto di illeciti, doping, chiacchiere e lui è senza una macchia, questo è tanta roba.
Qual è il soprannome da dare a Totti?
Assolutamente ‘unico’.
Che vi siete detti tu e Francesco durante la cerimonia?
Abbiamo parlato, ma lo facciamo spesso in questi giorni. Ci siamo detti le sensazioni in questi momenti, lo facciamo scherzando, ne abbiamo viste di tutti i colori. Queste ultime ore sono particolari, mi risulta che non abbia dormito nemmeno la sera scorsa, oltre quella di oggi. Si sta guardando intorno e sta facendo le sue valutazioni.
Sull’ultimo rinnovo di Totti lei ha suggerito a Pallotta l’importanza di Totti?
No, non mi sono mai permesso di entrare in nessuna vicenda societaria, né della Roma né di altre società. Sono assolutamente laico, dovessi dire qualcosa io ho molti più rapporti con i vertici di altre società di Serie A. Ci sono tanti vertici di A e di B che mi chiamano e mi vengono a trovare, ma a Roma sto molto attento a rimanerne fuori.
Che effetto fa segnare un 2000 come Kean e poi veder smettere uno come Totti classe 76?
Un bel messaggio, c’è stata una situazione analoga a Verona. E’ una storia incredibile, c’è una percentuale mostruosa di calciatori di Serie A che non erano nati all’esordio di Totti. Noi abbiamo avuto una generazione di fenomeni, molto importanti come Maldini, Costacurta, Buffon e così via, che ci hanno portato a vincere il Mondiale, poi c’è stato un vuoto. Ora, con un gap di 6,7 anni, abbiamo un gruppo oggettivamente fortissimi, poi se ci daranno di nuovo quelle soddisfazioni non lo so, ma bisogna accelerare i tempi, in Serie A e in Nazionale, così possiamo tornare competitivi.
Cosa consiglia a Totti?
Lui è abbastanza disarmante e imbarazzante. Senza essere preparato, lui è naturale, come i tempi del comico. Francesco vivrà la giornata allo stesso identico modo, ma dentro sentirà tutto e ne sono sicuro.
Due parole per Spalletti?
Molto capace, ma lo è un po’ meno nella comunicazione.
James Pallotta le piace?
Interpreta il ruolo della sua cultura anglosassone, questo è il punto.
Baldissoni?
Persona seria.
Sabatini?
Vulcanico.
Monchi?
Eccellente.
Nainggolan e Strootman?
Nainggolan è un simbolo, Strootman è un marziano.