In pochi giorni si è passati dalla convinzione che l’accordo fosse vicino ai dubbi sull’operazione. Non c’è pace per lo stadio di proprietà dell’As Roma, che ormai da dieci giorni monopolizza il dibattito pubblico e l’attività amministrativa del Campidoglio. Alcuni consiglieri capitolini 5 Stelle hanno iniziato a fare propri i dubbi di una parte della base dei militanti del Movimento: le cubature del business park sono troppe, l’operazione va rivista. Così, da giorni si susseguono riunioni tra i consiglieri, senza che la sindaca Virginia Raggi fornisca una parola chiara di indirizzo sulla questione, che rischia di finire nel calderone delle frecciate politiche contro la sindaca di un’ala dei parlamentari del Movimento. L’interesse è alle stelle per due fattori: lo stadio sarebbe l’operazione con fondi privati – 1,5 miliardi – più ricca in previsione in città; in assenza di investimenti pubblici la partita sull’impianto del club giallorosso sta calamitando pezzi importanti della finanza cittadina e internazionale. Non solo, un sì allo stadio consentirebbe alla Raggi di recuperare sostenitori tra le fasce più popolari, in quelle periferie che l’hanno votata in massa la scorsa estate, e anche nel mondo economico.
Ma la base a 5 Stelle morde il freno e più di un consigliere comunale starebbe chiedendo di rivedere la delibera che nel dicembre 2014 ha assegnato la pubblica utilità all’opera. In ambienti parlamentari è circolata anche l’ipotesi che il Campidoglio possa chiedere una nuova proroga della conferenza dei servizi, la cui ultima riunione è fissata per il 3 marzo, ma tecnicamente non è possibile. Allo stato attuale solo i proponenti del progetto, As Roma e la società Eurnova del costruttore Luca Parnasi potrebbero chiedere altri trenta giorni di sospensiva. Ma, a quanto filtra, questa ipotesi potrebbe concretizzarsi solamente in presenza di un accordo definitivo tra le parti sulla riduzione delle cubature e sulla convenzione urbanistica per poi dare via libera all’opera, che necessitasse di qualche giorno in più per essere messo nero su bianco. Uno scenario che prevede dunque che la soluzione del dossier stadio sia già stata trovata, cosa che il Campidoglio ancora non ha fatto.
(agi)