UEFA.COM - Eusebio Di Francesco ha rilasciato un'intervista al portale della federazione calcistica europea. Tra i vari temi affrontati dall'allenatore del Sassuolo, anche il suo passato in giallorosso da calciatore. Queste le sue dichiarazioni:
UEFA.com: Il suo vecchio maestro Zeman. Dove crede che differiscano le vostre filosofie calcistiche?
Eusebio Di Francesco: Se andiamo nel dettaglio, allora dovremmo rimanere qui tutto il pomeriggio a parlare! Si può dire che tra Zeman e me cambia il concetto di fase difensiva. Zeman difendeva eccome, però lo faceva in un modo molto particolare, cercando sempre di rimanere nella metà campo avversaria. Zeman è un allenatore con un’idea di gioco ben precisa, e questo mi affascina molto. Non esistono verità assolute: nel calcio, come peraltro nella vita, si possono raggiungere gli stessi obiettivi con stili e metodi diversi. Ognuno fa le sue scelte e lui ha scelto così. Da lui ho preso tanto e poi ho aggiunto qualcosa di mio: in un’intervista Zeman dichiarò che l’allenatore che più gli assomiglia sono io, e questo per me è un grande orgoglio. Lui per me è stato un vero maestro, con tutti i suoi pregi e difetti.
UEFA.com: A Roma ha giocato per 4 anni assieme a Francesco Totti. Che cosa pensa quando lo vede ancora in campo?
Francesco Totti è prima di tutto un amico, in lui ritrovo la classe di un giocatore eterno. È normale che fisicamente non sia più lo stesso di prima, ma quando l’ho dovuto affrontare l’ho sempre detto a tutti: “Attenzione perché Totti ha quattro occhi, due davanti e due dietro.” La sua più grande qualità è vedere la giocata prima degli altri, in tutte le situazioni. Conoscendolo, in futuro lo vedo più adatto per una carriera dirigenziale, ma mai dire mai, perché nemmeno io avrei mai pensato di diventare allenatore.
UEFA.com: Dalla Roma è arrivato anche il classe 1996 Lorenzo Pellegrini, che sta facendo molto bene dopo aver debuttato qualche settimana fa. Che cosa dice mister Di Francesco a un giovane che si affaccia per la prima volta in Serie A?
Pellegrini è un giocatore davvero molto interessante. Anche il suo è stato un processo di crescita, io sapevo che lo dovevo aspettare e lui sapeva che doveva crescere. Lo volevamo e l’abbiamo seguito tutto l’anno, sapevamo che avrebbe avuto un periodo di adattamento al lavoro e alla categoria, e poi quando è arrivato il momento giusto gli ho detto che avrebbe giocato un’ora e mezza prima del calcio d’inizio, esattamente come a tutti gli altri.
Io tratto i giovani come i grandi, magari a volte scegliendo parole diverse, ma la considerazione che ho per loro è assolutamente la stessa. Sanno che devono lavorare e lo sapeva anche Lorenzo, che ha lavorato benissimo e sfruttato appieno l’occasione che gli è capitata, come si è visto nel gol segnato alla Sampdoria.