GASPORT (F. LICARI) - Se non fosse la Fifa, che con Blatter balla vertiginosamente sugli scandali e quasi se ne alimenta, protetto dal muro di gomma che si è costruito nei decenni, il doppio colpo di ieri sarebbe stato mortale. Due inchieste clamorose, esplose in contemporanea, con timing perfetto. Da un lato l’America – proprio gli Usa, nel senso del ministero della giustizia e dell’Fbi – che sbarca sulle macerie Fifa come marines in Normandia, come un reggimento nel West: arresta con un blitz all’alba sette alti dirigenti riuniti a Zurigo per il Congresso e poi, in videoconferenza mondiale, elenca una striscia squallida di accuse, di 47 reati contestati compresi corruzione, riciclaggio ed estorsione, svolti per 24 anni. Dall’altro l’inchiesta svizzera, cominciata a novembre su input della stessa Fifa, che blocca conti correnti e suggerisce quello che tutti sanno – che Russia 2018 e Qatar 2022 siano stati comprati –, minacciando di cambiare la geografia dei prossimi Mondiali. E minacciando lo stesso trono di Blatter a 48 ore dalle elezioni che ora l’Uefa chiede di rinviare. Tutto questo se non fosse la Fifa che, travolta e insanguinata dagli scandali, si dice contenta, per ordine del presidente, «perché questo aiuterà a far pulizia». Non è detto che Blatter perderà il trono, non è detto che il Mondiale cambierà sede, ma pochi giorni sono stati più neri di questo.
USA: GLI INCRIMINATI Lo scandalo scoppia all’alba. Nel lussuosissimo Baur au Lac, l’hotel che accoglie i dirigenti Fifa a Zurigo, scatta una retata segreta ordinata dall’Fbi. In totale gli arresti saranno 7, dei quali 3 membri dell’Esecutivo Fifa: Jeffrey Webb (Cayman, presidente del Nordamerica), Eduardo Li (Costa Rica), Eugenio Figueredo (Uruguay), più l’ex presidente federale del Brasile José Maria Marin, più Julio Rocha, Costas Takkas e Rafael Esquivel. Per loro, che però si oppongono, è stata chiesta l’estradizione veloce negli Usa. Ci sono poi altri 7 indagati, tra cui Jack Warner (ex presidente Nordamerica). Due su 14 avrebbero già confessato.
USA: LE ACCUSE Il quadro, illustrato da Loretta Lynch, che Obama ha da poco nominato ministro della giustizia, è rivoltante. Si tratta di un vero e proprio sistema di corruzione che va avanti da 24 anni. Dal 1991. Due generazioni di dirigenti nordamericani (Concacaf) e sudamericani (Conmebol) che «hanno abusato della loro posizione richiedendo e ottenendo tangenti da parte di società di marketing in cambio dei diritti di vari tornei calcistici. Lo hanno fatto per anni, torneo dopo torneo». Un giro di tangenti che riguarderebbe anche i Mondiali in Russia e Qatar, la Coppa America 2016 negli Usa (per oltre 110 milioni di dollari), le elezioni Fifa 2011 (quelle con l’esclusione di Bin Hammam). E altro. Tra i 47 capi d’accusa l’estorsione, il più grave, prevede pene massime di 20 anni.
USA: I RETROSCENA Mancherebbero alla lista almeno due nomi eccellenti, l’argentino Grondona (morto da poco) e il brasiliano Teixeira, ma non c’è dubbio che tutto cominci proprio con la scoperta delle tangenti che Warner, per conto di Bin Hammam, aveva pagato in Nordamerica in cambio del voto 2011. E la gola profonda è l’ex segretario nordamericano Chuck Blazer, che sa tutto di tutti (essendo stato tra i beneficiari). Gli incroci finanziari con il Sudamerica, cresciuti nel tempo, hanno portato all’allargamento del sistema nel continente. Il nome di Blatter non è mai stato fatto, non è indagato: ma per la Lynch «siamo soltanto agli inizi», e comunque per l’ennesima volta, come minimo, non ha vigilato. «Pagamenti segreti e illeciti, tangenti e mazzette sono diventate il modo di fare affari nella Fifa», ha detto il direttore dell’Fbi, James Comey. La Fifa è corrotta e l’esercito americano non è corso a salvarla.
SVIZZERA: LE ACCUSE Il secondo filone d’inchiesta, paradossalmente, è il più pericoloso. L’incrocio con il primo è il famoso rapporto indipendente Garcia con il quale l’ex pm newyorchese ha svelato le trame di corruzione Fifa. Rapporto secretato dalla stessa Fifa ma ora sarà pubblico. Una farsa. Rapporto che spiega come l’assegnazione dei Mondiali in Qatar e Russia sia stata corrotta. Il giudice ha fatto bloccare conti bancari Fifa in Svizzera e vuole interrogare Blatter, Platini, Villar, D’Hooge e altri membri dell’Esecutivo. Se fosse trovata la famosa «pistola fumante», le sedi potrebbero essere rivotate. Gli Usa furono sconfitti dal Qatar, pur avendo il miglior dossier, e Obama si infuriò. Il loro accanimento è spiegato anche così.
FIFA-UEFA: CONTRASTO Tutto questo a 48 ore dalle presidenziali che Blatter avrebbe rivinto facilmente. Blatter si difende spiegando che «l’azione del pm svizzero è partita dal fascicolo da noi presentato a novembre», che questa pulizia aiuterà la Fifa, e inoltre sospende 11 membri. Davvero una posizione non difendibile, in una situazione oltre i limiti delle dimissioni. E l’Uefa, finora abbastanza timida, quasi senza strategia elettorale, va all’assalto e propone il rinvio delle elezioni. Tra sei mesi. Saranno ore cruciali, le prossime. Platini si dice «stupito e preoccupato».
REAZIONI E SVILUPPI La Russia intanto fa la minacciosa affermando che la sua candidatura era «pulita» e accusando l’America di aver abusato del suo potere «imponendo illecitamente le sue leggi». Maradona si scaglia contro il «nemico» Blatter: «Avevo ragione, visto?, e mi davano del pazzo». E lo chiama «ladro». L’ex presidente Uefa Johannsson chiede che il 2018 sia spostato in Inghilterra. Un inferno. Ed è soltanto cominciato. Non è facile immaginare cosa succederà nelle prossime ore e la gravità delle altre rivelazioni. Ma, se Blatter sopravvive a questo terremoto, nessuno mai potrà più sconfiggerlo.
(ha collaborato da New York Simone Sandri)