LA REPUBBLICA (M. PINCI, S. SCACCHI) - Inter-Roma, partita scudetto ai tempi della prima avventura nerazzurra di Mancini, ora è la sfida tra due delusioni diverse. I giallorossi devono interrompere lo stillicidio di pareggi per non perdere contatto dalla Lazio nella volata per il secondo posto, obiettivo di ripiego rispetto alle ambizioni iniziali. La crisi degli ultimi mesi preoccupa la società.
Ieri Alex Zecca, manager del fondo Raptor di Pallotta, ha fatto il suo debutto a Trigoria nel ruolo di “supervisore”. Toccherà al braccio destro del proprietario giallorosso vigilare quando l’imprenditore americano non è in Italia.
Rudi Garcia ripete per ben sette volte la parola «concentrazione » per allontanare le distrazioni del mercato che riguardano in particolare Nainggolan: «Non abbiamo più tempo da perdere, parlare di trasferimenti e dei tweet di qualcuno non serve a niente». Roberto Mancini, che per una curiosa coincidenza elogia la coreografia della curva nerazzurra nel derby alla vigilia dell’incrocio con il club di Pallotta in aperto conflitto con i suoi ultrà, spera di dare continuità al 3-0 di Verona e al pareggio d’attacco col Milan, contraddistinto dagli errori di Banti («La designazione di Orsato mi soddisfa perché è un arbitro che fischia poco»).
A Roma all’andata Mancini rimediò la prima sconfitta dopo l’avvicendamento con Mazzarri. Da allora sono state più le amarezze che le gioie. Così l’allenatore nerazzurro preferisce pensare già al riscatto della prossima stagione: «Lotteremo per lo scudetto perché il gap rispetto alle altre grandi non è così enorme. Abbiamo perso qualche volta, ma senza sfigurare. E poi l’Inter è l’Inter. Deve misurarsi per traguardi importanti».
Secondo Mancini, basterà qualche innesto di qualità per cambiare passo. In prima fila c’è Tourè, pupillo dell’allenatore di Jesi ai tempi di Manchester. «Ma Yayà è ancora un giocatore del City». E quell’”ancora” sembra tradire il Mancio e la sua voglia matta di ritrovare l’elegantissimo regista ivoriano. In settimana l’incontro con Thohir (tornato a Giacarta per ragioni personali) ha rassicurato l’allenatore dell’Inter: «Il presidente vuole fortemente costruire una grande squadra. Sono convinto che lo farà».
Intanto due rinforzi di gennaio sono sempre più destinati alla panchina: Podolski e Shaqiri. Dopo l’esclusione del derby hanno evidenziato qualche malumore. «Ma non c’è nessun caso», glissa Mancini che difende il prestigio della partita (in questo momento è anche l’incontro tra i due club italiani sotto la lente di ingrandimento del fair-play finanziario Uefa): «In campo ci saranno grandi giocatori». Totti cercherà di collezionare l’ennesima perla della carriera a San Siro. L’Inter proverà a replicare con i suoi giovani di talento.