«Confido molto nella comprensione delle componenti per quanto riguarda la riforma dei campionati. Poi è chiaro che se dovessimo trovarci di fronte a un muro l'unica strada possibile è andare al Coni». Carlo Tavecchio, presidente della Figc, in una lunga intervista concessa all'agenzia di stampa non esclude la possibilità di chiedere l'intervento del Comitato olimpico nazionale per modificare lo statuto Figc ed eliminare questa alta percentuale necessaria che diventa una sorta di diritto di veto occulto. La riforma dei campionati, con la riduzione della serie A a 18 squadre e la serie B a un massimo di 20, è definita da Tavecchio «la madre di tutte le riforme». Ma per vararla serve il 75% dei consensi.
«Se come dicono tutti si vuole dare una spinta al calcio italiano bisogna ridurre l'area professionistica e per farlo bisogna scendere a 18 squadre in serie A e ad un massimo di 20 in serie B -spiega Tavecchio all'Adnkronos-. La Lega Pro dovrà partire con un percorso senza ripescaggi, perché dobbiamo creare una cultura secondo cui un campionato bisogna vincerlo per passare di categoria». Per quanto riguarda il possibile ostruzionismo da parte delle componenti alla riforma, Tavecchio avverte: «Se ci trovassimo di fronte a un muro l'unica possibilità è andare al Coni e mettere alla prova il presidente Giovanni Malagò. Vediamo i principi informatori e abbiamo delle desiderata. Se non portiamo a casa questo discorso della riforma dei campionati è inutile raccontarci tutte queste cose sulle proposte». Tavecchio aggiunge una riflessione: «Discutiamo tanto degli stage (della Nazionale, ndr) ma se avessimo un campionato di serie A a 18 squadre non ci sarebbe il problema perché si giocherebbe di meno. Inoltre -conclude- i campionati con 18 squadre permettono una migliore ridistribuzione delle risorse»
«Conte rimarrà sicuramente alla guida della Nazionale almeno fino alla fine del biennio». Carlo Tavecchio, presidente della Figc, esclude l'ipotesi di dimissioni anticipate del ct azzurro e chiederà che nel 2016 la Serie A si concluda il 15 maggio. «Ho ragionevoli elementi per ritenere che il prossimo campionato finirà il 15 maggio, è un'ipotesi molto credibile. Altro discorso gli stage: credo che li faremo comunque, se poi mancheranno i giocatori dei club impegnati nelle coppe europee ne prenderemo atto», dice il n.1 di via Allegri, che confida nel buon senso delle società del massimo campionato.
«Se siamo persone normali, capiremo che se gli stage fossero in prossimità di un incontro sarebbe sbagliato farli, ma se al contrario fossero a distanza di due settimane saremmo nel giusto e prenderemmo soluzioni diverse. Ricordo alle società che quando un calciatore viene convocato aumenta il suo valore e non credo sia un fatto marginale». Poi, sul futuro del ct: «Rimarrà certamente nel rispetto del biennio».
«Se la situazione di bilancio resterà critica come è adesso, escludo che ci possa essere il doppio impegno della tecnologia per il 'gol non gol' e degli arbitri di porta. Faremo delle verifiche prima della fine di questo campionato e prenderemo le nostre decisioni. Siamo favorevoli all'utilizzo della tecnologia che ha prodotto mezzi tali da ottenere certezza in tempo reale sul 'gol non gol'. Non capisco quale sia il problema, probabilmente sarà utilizzata anche ad Euro 2016...La polemica è nata soprattutto per le risorse a disposizione. Gli arbitri di porta tra i campionati top li utilizza solo l'Italia, con un costo che si aggira attorno ad un milione e 600mila euro», fa notare il n.1 di via Allegri. «Se cambierà qualcosa vedremo. Noi abbiamo ancora la speranza di riuscire a valutare i diritti televisivi e le scommesse sportive diversamente, perché l'utilizzo dei marchi per fare quattro miliardi di introiti da scommesse non credo sia di poco conto. In Francia pagano al governo il 2%, in Italia sarebbero 80 milioni, molto di più dei quasi 40 milioni che prendiamo dal Coni», sottolinea Tavecchio facendo riferimento all'importo dei contributi al calcio al netto dei recenti tagli.
(adnkronos)