RAI SPORT - La Juventus ha l'attacco, la Roma un Totti a metà servizio. Sta qui la differenza tra bianconeri e giallorossi secondo Luciano Moggi, ospite del Processo del Lunedì. "Garcia è un tecnico che mi piace molto - le sue parole - Lo conosco dai tempi del Lille. Comunque, tra Juventus e Roma c'è una differenza, l'attacco. La Juve ha troppe possibiità di manovra, mentre la Roma ha Totti che è un gran campione ma la sua carta d'identità indica 38 e non può giocare tutte le partite".
Luciano Moggi dice di aver ormai 'archiviato' la sua storia "ma lotto - dice l'ex manager Juventus- per ripristinare la verità e per difendere quanti, pur senza aver avuto colpe, sono finiti in mezzo a una cosa che lo toccava pur senza avere colpe: gli arbitri". "Peché usavo schede telefoniche straniere per parlare con arbitri e designatori? Le schede le usavo per fini commerciali e l'acquisto dei giocatori. Gli aribtri si rifornivano da soli"."Rimorsi? Ne ho tanti - risponde l'ex dirigente bianconero nel faccia a faccia con Enrico Varriale - sicuramente quello di aver dato una mano a tante persone che poi si sono tirate indietro. Io - aggiunge - nella mia attività ho fatto solo del bene".
Sulla polemica con l'attuale proprietà bianconera: "Agnelli è stato forse un pò ingenuo. Quello che non perdono è chi si è messo i tasca lo scudetto senza averlo vinto: questa era la sua frase forte, non il perdono nei miei confronti, e poi io non ho nulla da farmi perdonare. Quello non era il pensiero di Andrea. Il mio potere - aggiunge l'ex dirigente della Juventus - è stato quello di saper fare più o meno bene una squadra. Io in 12 anni non ho mai chiesto nulla all'azionista di rifermento eppure ho fatto una squadra che ha vinto la Champions e la Coppa Intercontinentale e ha dato 8 campioni del mondo all'Italia. Con noi abbiamo vinto un Mondiale - aggiunge con un pizzico di orgoglio - Dopo il 2006 avete visto quello che è successo nel campionato italiano? Nel 2010 e nel 2014 siamo stati eliminati ai Mondiali al primo turno. Alla morte dell'Avvocato, è venuta fuori la guerra per l'eredità. L'unica azienda in attivo era la Juventus ma gli Elkann non ci hanno mai difeso come dirigenti bianconeri".
Lontano dal calcio ormai da 8 anni, Moggi fa sapere di avere intorno ancora una pletora di persone che prima non aveva.«La politica? No - risponde - io penso solo al verdetto della Cassazione il 22 gennaio, posso dire però che tanti presidenti ancora si affidano ai consigli di Luciano Moggi. Adesso vediamo come va la Cassazione poi vedremo il da farsi".