"Il rapporto fra i club e i tifosi ultra' che si comportano in maniera impropria non e' una situazione positiva e accettabile": e' quanto dichiarato dal presidente della Federcalcio Giancarlo Abete commentando la notizia della presenza di un capo della curva al fianco del presidente del Bologna Albano Guaraldi durante l'incontro con Massimo Zanetti nella trattativa per la cessione del club. "Non ho approfondito la vicenda del Bologna, ne' so se l'ultra' in questione fosse colpito da sanzioni - ha precisato Abete durante un convegno sulla Nazionale e i Mondiali organizzato a Milano dal Gruppo lombardo giornalisti sportivi -. Comunque era giusta la riflessione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla necessita' di avere un comportamento fermo contro quei tifosi che vogliono appropriarsi di spazi che non gli appartengono. I legami secondo una logica di scambio sono inaccettabili". Abete ha notato che la serenita' del calcio italiano "dipende dai comportamenti dei protagonisti, dentro e fuori dal campo. Dobbiamo essere lucidi e non possiamo giustificare nulla. Pero' - ha aggiunto - e' un momento complesso per il Paese, in cui si percepisce la contestazione verso il ceto dirigente".
"E' fondamentale che Milan e Inter tornino ad avere successo se vogliamo che il calcio italiano torni competitivo", ha detto Abete nel corso del convegno "La Nazionale di calcio e i Mondiali: fra passato e futuro e' sempre Brasile". "Senza nulla togliere a tante squadre in crescita come Roma, Fiorentina e Napoli o come la Juventus, credo che la competitivita' del calcio italiano sia indissolubilmente legata al ritorno di Milan e Inter al livello che meritano". Abete ha inoltre criticato lo scarso utilizzo di giocatori italiani da parte di alcune societa' di vertice: "Se un grande club come l'Inter non schiera nemmeno un giocatore su undici che sia selezionabile per la Nazionale avremo di conseguenza giocatori con molta meno esperienza internazionale in maglia azzurra, perche' le rispettive squadre non giocano le coppe, come ad esempio Cerci, Immobile o Destro - ha spiegato -. I club possono fare le scelte che ritengono piu' opportune dal punto di vista tecnico, anche schierare 11 non italiani, ma la riflessione e' che le cose vanno peggio oggi per i nostri club rispetto a quando schieravano solo il 20% di stranieri"