CORSPORT - Graziano Delrio, ministro degli Affari regionali con delega allo sport, in un intervista al quotidiano sportivo ha parlato della legge sugli stadi. «Se sono soddisfatto? Certo. Il Parlamento l'ha lasciata come l'ho presentata perché ne ha colto lo spirito vero. L'emendamento sull'impiantistica sportiva, si chiama cosi perché non riguarda solo gli stadi ma tutti gli impianti compresi quelli piccoli, è una procedura che risolve uno dei grandi
Sulle tempistiche per i nuovi impanti Delrio continua: «Noi abbiamo messo in chiaro tutti questi tempi. Per un project financing ci vogliono anni e anni per portarlo a termine. Ora invece in meno di 10 mesi si possono avere risposte certe nel rispetto pieno delle leggi esistenti, senza dare adito a speculazioni o varianti urbanistiche. Sono previsti sei mesi per le prime risposte e altri tre-quattro per le altre. Quindi anche per i contenziosi che arrivano fino al Consiglio dei ministri avremo tempi ugualmente certi. E questo per me è un altro elemento di garanzia. L'equilibrio economico-finanziario poi dipende dall'intelligenza e dalla capacità dei soggetti in esame. Per chi invece nel progetto vuole avere una parte più prettamente residenziale allora dovrà seguire le regole precedenti».
Sulle critiche al nuovo testo, Delrio aggiunge «Mi aspetto che, come al solito, le soluzioni equilibrate trovino dei detrattori. Sono abituato a questo tipo di reazioni. Credo comunque che coloro che hanno una volontà seria di investire in strutture sportive troveranno in questo emendamento una parte delle risposte che attendevano. Il sistema del mondo professionistico, in particolare il calcio, è di fronte a un grande problema, lo stesso che hanno avuto davanti altri Paesi occidentali come la Francia, l'Inghilterra, la Germania. C'è l'esigenza che il calcio non viva solo di diritti televisivi, ma viva anche di merchandising, di vendita di biglietti. In sostanza il tema di riequilibrare la sua sostenibilità attraverso fonti differenziate. Anche per questo è importante la legge per gli stadi. Mi sembra che l'esempio dato dalla Juventus e da altri club dimostri che la via è percorribile. Per ottenere questi risultati va poi fatta una scelta molto forte di contrasto ai fenomeni di violenza. Mi pare che il mondo del calcio lo stia facendo. Si sta prendendo anche una linea che giudico intelligente: non essere deboli con quelli che non vogliono stare a regole comuni, ma dialogo aperto con le tifoserie organizzate. Sono un fautore di questa strada. Altri club come il Paris Saint Germain, il Liverpool, il Bayern, hanno scelto di emarginare i violenti e di rafforzare le tifoserie organizzate, questa scelta va fatta senza ambiguità. Il calcio ha grandi potenzialità ma anche grandi responsabilità».
Infine, il ministro chiude sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi: «E' un obiettivo del Paese, non solo di Roma».