Cambiare la norma sulla discriminazione territoriale, «parola che ho imparato questa sera», come ha detto a Cuccaro, al Premio Liedholm, il presidente dell'Uefa Michel Platini. L'offensiva lanciata da Adriano Galliani dopo la chiusura d
Come dire, nessun cedimento sulla linea della tolleranza zero contro le curve intolleranti. Ma sempre sulla tolleranza è apparso più conciliante Platini, secondo il quale « dobbiamo punire i tifosi e non farli entrare negli stadi, al massimo chiudendone una parte». Quindi non tutto l'impianto, come succederà con S. Siro in occasione di Milan-Udinese. Intanto, se è vero che gli ultrà Juve hano già risposto 'si« alla richiesta dei 'colleghì Inter di intonare ovunque quel tipo di cori e far chiudere tutti gli stadi (»lo faremo a Firenze«) si rischiano altre pesanti sanzioni e altre polemiche. La 'tolleranza zero è stata voluta dall'Uefa sull'onda della lotta al razzismo, e in Italia estesa a cori 'territorialì: fattispecie assente in altri paesi europei, ma non a caso. Che se ne discuta, e che si precisi come intervenire, è scontato. Lo ha detto anche il ministro Delrio, che al question time ha proposto un tavolo Viminale-Figc. »Bisogna distinguere i cori di discriminazione e offensivi da quelli ironici, per evitare sanzioni eccessive«.
Da Lotito a Zamparini, molti presidenti si rivoltano contro una situazione che a loro dire rende i club 'ostaggi degli ultra». E a dire il vero uno dei capiultrà milanisti presenti a Torino, Giancarlo Capelli, lo ha spiegato: «Sono sfottò che vanno avanti da 35 anni: eravamo perfettamente consapevoli di quel che stavamo facendo e degli effetti». Goliardia, discriminazione o scelta strumentale? Che il confine sia molto sottile, ne è consapevole Gigi Buffon, capitano Juve presente domenica sera allo stadio dei cori milanisti. «Siamo su un campo minato, si rischia di saltare tutti: dall'ironia alla discriminazione il passo è breve, per il bene del calcio italiano sarebbe meglio prenderne coscienza tutti. E presto».
Basterà chiedere alla procura federale di distinguere i canti di qualche tifoso a sfottò dalle offese vere? O bisognerà precisare meglio il codice di giustizia sportiva? «La questione è capire come si ottiene il risultato facendo l'interesse dei valori che si affermano e della stragrande maggioranza dei tifosi: bisogna riflettere molto in fretta ma in maniera laica altrimenti rischiamo di consegnare le chiavi degli stadi e del campionato a una minoranza», le parole di Beretta. «Le disposizioni sanzionatorie in atto portano a risultati che nessuno voleva all'inizio», la sua aggiunta, a parziale spiegazione del perchè la Lega in agosto avesse votato a favore della nuova normativa. «Bisogna fare attenzione - ha replicato Abete - all' applicazione della norma. Nell'ambito delle procedure serve che la sia sanzionatoria e non si presti a strumentalizzazione da parte degli stessi soggetti. Non si tratta di una marcia indietro, e del resto neanche la Lega chiede questo». E il caso resta aperto.
(ansa)