Il Presidente della Lega della Serie A, Maurizio Beretta ha parlato, ai cronisti, prima di entrare nella sede della Figc delle modifiche che il consiglio federale attuerà sulla discriminazione territoriale:
''La questione non e' la discriminazione territoriale, il problema e' delle sanzioni. Era stato pensato un sistema che non va bene perche' in realta' non ottiene il risultato voluto. Questo e' il punto e siamo tutti d'accordo nel modularlo in maniera diversa. Non possono essere 20 scalmananati, fessi e maleducati che fanno chiudere uno stadio''.
''Dobbiamo avere modulazioni diverse per le varie sanzioni rileva il rappresentante della 'confindustria del calcio' -, non si puo' arrivare cosi' in maniera automatica alla chiusura degli stadi e gli episodi vanno valutati per quello che sono di volta in volta. Non possiamo accettare la prevaricazione di pochissime persone, ne' pensare di dare a queste esigue minoranze il potere di ricatto sui club e sugli altri tifosi''.
L'orientamento quindi e' di chiudere i singoli settori e non l'intero stadio come accaduto per il Milan, per i cori contro i napoletani nel match contro la Juve (pena comunque sospesa dalla Corte di Giustizia della Figc, in attesa di un approfondimento d'indagine). ''Dobbiamo individuare i responsabili ed eventualmente sanzionare il settore reale a cui appartengono, in modo che in quel settore ci sia un'immediata attivita' di contrasto laddove si evidenzino manifestazioni di questo genere evidenzia Beretta - E' assolutamente sbagliato dare a queste piccole minoranze delle armi di ricatto su tutta la generalita' del mondo del calcio''.
(ansa)