SKYTG24 - «Il nostro calcio è vecchio, bisogna puntare di più sui giovani». Giancarlo Abete, presidente della Figc, evidenzia la necessità di una svolta nel pallone italiano. «In termini di competitività, siamo calati rispetto a diversi anni fa ma complessivamente il movimento ha tenuto, come dimostrano anche i risultati di Under 21 e Under
Ovviamente, le priorità non si esauriscono con la carta didentità dei calciatori. «Non abbiamo gli stadi, ma nel 2012/2013 il numero di spettatori è aumentato. Il calcio è uno dei pochi settori a mantenere un trend positivo in termini di ricavi, diamo un contributo importante a livello fiscale con circa 1 miliardo. Quando ci sono perdite di bilancio, nel calcio, provvedono i privati», osserva il presidente della federcalcio. «Siamo perfettamente d'accordo se diciamo che questo mondo ogni tanto si fa male da solo. Se parliamo di comportamenti impropri di tesserati e tifosi, evidentemente c'è autolesionismo di un mondo che, comunque, ha anche molte positività. Non si può generalizzare quando si parla di un mondo che comprende 1,4 milioni di tesserati», afferma ancora.
«Dal 2014-2015 avremo 30 società professionistiche in meno», dice toccando il tema della riforma dei campionati. «La Serie B con 22 squadre è esagerata», dice prima di fare riferimento alla riduzione della Serie A da 20 a 18 squadre che potrà avvenire solo ad una condizione: «La Lega deve essere consenziente». Infine, una battuta sul proprio futuro? «Mi vedo come presidente della Fifa? Non penso di poter svolgere quel tipo di attività. Quando sono stato rieletto alla presidenza della Figc, ho detto che non mi sarei ricandidato. Mi pare che il presidente Blatter abbia un'altra dimensione», dice facendo riferimento all'attuale numero 1 della Fifa che, con ogni probabilità, andrà a caccia di un altro mandato.