Stadi, incidenti diminuiti: dai 209 del 2004-05 ai 60 di quest'anno

26/10/2012 alle 14:02.

Gli incidenti negli stadi sono diminuiti ma occorre intraprendere un percorso culturale che coinvolga non solo le forze dell'ordine, ma anche tutti gli attori del mondo sportivo fino ai tifosi. A tracciare il quadro della sicurezza nello sport è Roberto Massucci vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive intervenuto al Congresso europeo del Fair play in corso a Verona. «Gli incidenti nelle manifestazioni sportive sono diminuiti drasticamente». Tanto da passare «dai 209 incidenti del periodo 2004 -2005 ai 60 di quest'anno». Secondo Massucci, dunque, «il lavoro che

«Gli incidenti nelle manifestazioni sportive sono diminuiti drasticamente». Tanto da passare «dai 209 incidenti del periodo 2004 -2005 ai 60 di quest'anno». Secondo Massucci, dunque, «il lavoro che è stato fatto in questi anni dall'osservatorio insieme alla Federazione italiana gioco calcio, le leghe e il Coni ha dato risultati importanti. Risultati che non consideriamo il punto d'arrivo ma piuttosto una condizione per andare oltre». Oggi il tema «non è più la violenza negli stadi ma di riportare le persone all'interno degli stadi con civiltà, passione e lo spirito giusto». Spesso, aggiunge il vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, «vediamo stadi a livello nazionale che sono obsoleti ma abbiamo anche dei modelli positivi e lo stadium è uno di questi».

La strada da intraprendere è una: «quello di costruire luoghi di accoglienza che testimoniano passione, colore e assecondano la voglia delle persone di andare allo stadio perchè le persone vogliono andare allo stadio ma bisogna creare le giuste condizioni». In questo ultimo weekend «non abbiamo parlato di violenza ma di grande inciviltà. Questo è successo a Livorno da entrambe le parti, è successo a Torino con una parte della tifoseria napoletana che ha danneggiato i servizi igienici dello stadium. Ecco su questi episodi di inciviltà bisogna lavorare introducendo la cultura 'dell'essere tifoso'».