La Roma non ci sta e affila le armi. Del rinvio della gara con il Cagliari, che si sarebbe dovuta disputare a porte chiuse allo stadio Is Arenas di Quartu Sant'Elena, i giallorossi hanno saputo solo all'alba: motivo in più per lasciare sgomenti dirigenza e staff tecnico che adesso pretendono di essere riconosciuti come 'parte lesà dalla giustizia sportiva.
La società ha infatti comunicato di aver predisposto la presentazione di un reclamo nel caso in cui non dovesse veder tutelati i propri interessi. Il ricorso, in sostanza già pronto, partirà solo nel caso in cui martedì il Giudice sportivo non dovesse pronunciarsi per la sconfitta 0-3 a tavolino del Cagliari. Alla base della linea offensiva della Roma c'è il dispositivo con cui la Prefettura di Cagliari ha disposto il rinvio, in cui si sottolinea come la decisione «si è resa necessaria per l'urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive, irrazionali e inconsulte ingenerate dall'invito formulato dal presidente della Cagliari».
Insomma, la colpa è esclusivamente di Cellino, quindi a Trigoria sono convinti che il Giudice non possa che applicare l'art.17 (comma 1) del Codice di giustizia sportiva: «La società ritenuta responsabile, anche oggettivamente, di fatti o situazioni che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara o che ne abbiano impedito la regolare effettuazione, è punita con la perdita della gara stessa con il punteggio di 0-3». Tra i più amareggiati, oltre a Zeman e ai giocatori, (avvertiti questa mattina all'alba e rispediti nella Capitale per poter subito programmare il lavoro settimanale che culminerà con la trasferta di Torino in casa della Juventus), il direttore generale Franco Baldini. «C'è solo sgomento per quanto accaduto e il disagio di trovarsi impotenti di fronte a certi avvenimenti - le parole del dirigente a Roma Channel - Improvvisamente nella notte ci siamo trovati con la notizia che la partita non si sarebbe giocata. Comincio ad essere un pò stanco, dall'eruzione dell'Etna a partite rimandate per neve e pioggia, pensavo sinceramente di averle viste tutte, ma ogni giorno ce n'è una nuova».
«Se c'è una competizione in cui può succedere di tutto non è una competizione seria - aggiunge Baldini - In una competizione seria si seguono regole oggettive, non che diventano soggettive di giorno in giorno secondo le levate di scudi dell'uno o dell'altro. È una situazione che spazia dal ridicolo al tragico. Il ridicolo è che sia possibile che questo accada, il tragico è che ci sia tanta gente che pensi che è giusto che ciò accada». La linea della Roma, comunque, ormai è chiara. «Il dispositivo attuato dal Prefetto lascia pochi dubbi all'interpretazione delle norme - conclude Baldini - Quello che è avvenuto è responsabilità diretta del maggior dirigente di una società. E il regolamento parla chiaro: siamo parte lesa, lo 0-3 a tavolino è la conseguenza diretta di quello che è successo».
(ansa)