Ranieri: "A Roma avevo l'obbligo di vincere. Bel gioco? Ora servono i punti"

23/09/2011 alle 16:19.

«Bisogna vincere, il resto non conta. Sono un aggiustatore? Ognuno di noi ha un karma. Il mio, evidentemente, è questo. Lo accetto e lavoro». Claudio Ranieri si presenta ad Appiano

 

 «Bisogna vincere, il resto non conta. Sono un aggiustatore? Ognuno di noi ha un karma. Il mio, evidentemente, è questo. Lo accetto e lavoro». Claudio Ranieri si presenta ad Appiano Gentile per rimettere in sesto l'Inter. Il tecnico romano comincia l'avventura sulla panchina nerazzurra per raddrizzare la stagione cominciata malissimo: il ko in Supercoppa, un solo punto in di campionato e l'esordio negativo in hanno decretato l'esonero di Gian Piero Gasperini.

L'obbligo di centrare obiettivi prestigiosi non crea pressioni particolari. «In tutte le piazze in cui ho lavorato c'era l'obbligo di vincere. A Parma, ad esempio, senza le vittorie saremmo retrocessi. A Roma, solo quel 'disgraziatò di Pazzini ha interrotto la nostra cavalcata...», dice ripensando alla partita persa dai giallorossi contro la Sampdoria nella primavera 2010. I blucerchiati si imposero all'Olimpico con una doppietta dell'attuale attaccante nerazzurro.

«Dopo l'avventura con la Roma, ero concentrato sull'estero. Non mi aspettavo la chiamata dell'Inter: quando arriva, bisogna essere orgogliosi», ribadisce. «Le emozioni sono tante. Faccio questo lavoro proprio per viverle, sono orgoglioso di far parte della famiglia nerazzurra. Se sono stato chiamato, vuol dire che ci sono stati problemi». «La cosa più importante è riprendere fiducia e fare punti», afferma unendo sentimenti e pragmatismo.

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