Dalle vicende legate alle scommesse, il calcio può solo perderci in credibilità. Di sicuro, anche quando tutto andasse per il verso di una assoluta regolarità, il calcio italiano, e in particolare la serie A, dalle scommesse non guadagna nulla.
«Io credo - ha aggiunto Beretta - che si debba trovare risorse e motivazioni per rafforzare tutti i controlli e i meccanismi preventivi e a questo proposito ho sentito anche questa mattina il ministero dell'Interno che sta partendo con una iniziativa molto radicata e che ritengo molto efficace. Col presidente Abete e con la federazione invece condividiamo l'idea di un inasprimento di sanzioni dirette anche a colpire chi non denuncia vicende delle quali è venuto a conoscenza». Ma non c'è sensazione che ci sia poco da fare e che il calcio in fondo starebbe meglio senza le scommesse? che c'è la sensazione che il calcio sia vittima di un meccanismo che è troppo difficile controllare? «Proibire le scommesse sul calcio è al di fuori delle nostre competenze. La serie A - è la risposta di Beretta - assicura uno spettacolo straordinario e di grande trasparenza sportiva. In prospettiva stiamo lavorando per rafforzare delle attività di prevenzione e controllo nei confronti di piccolissime minoranze di comportamenti contrari ad ogni etica e deontologia, ma quello che è importante sapere è che quando si scommette sul calcio c'è un mondo che genera risorse molto importanti e non c'è, per il sistema sportivo del calcio italiano nessun tipo di rapporto, noi non incassiamo un centesimo da questo giro d'affari e il fatto che possano avvenire vicende di questo tipo rappresenta solo un rischio di danno potenziale. Dobbiamo pretendere da chi è direttamente coinvolto strumenti molto più efficaci di controllo e di prevenzione».
(ansa)




