Dunga: "La Roma sia punita, ci rivolgeremo alla Fifa"

13/11/2009 alle 19:49.

«Il caso di Juan verrà sottoposto all'attenzione della Fifa, perchè la Roma non ce lo ha messo a disposizione. C'è scritto nello statuto della federazione internazionale che in casi del genere un giocatore deve venire, ma la Roma ce lo ha negato. Ora chiediamo che vengano presi i provvedimenti del caso». Il ct del Brasile Carlos Dunga

Dunga ha quindi confermato che la federcalcio brasiliana (Cbf) intende rivolgersi agli organi disciplinari della Fifa affinchè vengano presi provvedimenti nell'ambito del caso Juan, che la Roma non ha fatto partire in quanto a suo dire il difensore è infortunato. Dunga è anche incorso in una 'gaffe', forse perchè ritiene il suo Brasile già vincitore del prossimo Mondiale. «La nazionale brasiliana è sei volte (in realtà sono cinque n.d.r.) campione del mondo - ha detto commentando ancora il caso Juan - e quindi deve essere rispettata ovunque. Non va bene che qualcuno venga qui e ci porti via un giocatore, o che impedisca loro di partire. Ci sono delle gerarchie che vanno rispettate: noi rispettiamo tutti i club, e loro devono fare altrettanto con noi». Poi Dunga ha parlato anche di Robinho, assente dai campi di gioco dal 5 settembre scorso (si fece male giocando proprio con la nazionale) ma convocato ugualmente per questa amichevole. Oggi il tecnico del Manchester Mark Hughes ha chiesto ufficialmente che il giocatore non venga mandato in campo dal Brasile, spiegando che «non è ancora in grado di giocare, lo abbiamo mandato, visto che ha svolto un solo vero allenamento nelle ultime otto settimane, ma abbiamo ugualmente voluto fargli vivere l'atmosfera della sua nazionale».

«Però ci hanno assicurato che non lo avrebbero fatto giocare, e così dovrà essere», aveva aggiunto Hughes. Dunga ha risposto che «Robinho è fuori dal match contro l'Inghilterra, ma siamo noi, e non certo il , ad averlo deciso. Stare qui gli ha fatto comunque bene, per curarsi, così restituiremo al club un calciatore in condizioni di giocare».