"Da tifoseria modello a curva più cattiva d'Italia, qualcosa non torna". È quanto afferma, in un editoriale, sul proprio quotidiano on-line, il Siena club fedelissimi, il più antico e numeroso della città, che storicamente occupa la tribuna centrale scoperta, ma i cui soci siedono in tutti i settori dello stadio. Il tema è quello delle polemiche seguite ai cori che ieri la curva senese ha indirizzato al centrocampista della Roma e della Nazionale, Daniele De Rossi, con riferimento al suocero ucciso nell'agosto 2008. «L'episodio è da condannare, senza alcun dubbio - affermano i Fedelissimi - ma al pari, purtroppo, di tanti altri che viceversa vengono considerati come manifestazioni folkloristiche». Ma perchè tanto accanimento nei confronti di Daniele De Rossi? I sostenitori bianconeri la spiegano così: «Siena ha saputo applaudire giocatori come Buffon, Amelia, Cassano e, se un'intera curva si scaglia contro un giocatore come De Rossi, un motivo c'è e si deve risalire indietro nel tempo, ad un passato denso di cattiverie gratuite e di scorrettezze, con l'ultima goccia, le provocazioni e i gesti offensivi di ieri, che hanno portato alla dura reazione di una tifoseria considerata tra le più corrette d'Italia. Forse la più corretta». Quello che ai sostenitori senesi non va giù sono le diverse reazioni, a loro dire, rispetto a episodi analoghi che hanno visti protagonisti i tifosi della Roma: «Lo striscione 'Lazio e Livorno, stessa iniziale stesso fornò è forse meno grave del coro che si è alzato dalla curva Robur? E il coro dedicato a Pessotto non è grave come quello che ha fatto piangere De Rossi? Non vogliamo fare una classifica degli striscioni o dei cori più cattivi, certe manifestazioni canore sono indubbiamente da condannare e da evitare, ma sarebbe giusto che venissero condannate tutte con la stessa fermezza».