GUERIN SPORTIVO (DOTTO) - "Non ci sono neri italiani". Il coro e lo slogan,oltrechè becero, stupido e aberrante, è anche radicalmente falso. Sì, perché ci sono tanti neri italiani: nella vita di tutti i giorni, nello sport (da Fiona May e Magdalene Martinez ad Andrew Howe nell'atletica, all' immarcescibile Carlton Myers nel basket) come nel calcio. Anzi ll black-power nel pallone di casa nostra è tale che sarebbe già possibile schierare una Nazionale di "neri italiani": ci sono e giocano bene e spesso e volentieri I'azzurro lo indossano o lo hanno indossato. La grande speranza degli "italian blacks" è ovviamente Mario Balotelli, che ha le potenzialità per spiccare presto il salto dall'Under 21 di Casiraghi alla selezione maggiore di Lippi.
Ferrari a 29 anni ambisce a riconquistarsi lo spazio che si era ritagliato giovanissimo quando era al Parma. Papà Ferrari era un tecnico petrolifero, morto quando Matteo aveva 14 anni, veniva da Ferrara, mamma Sonia dalla Guinea. Adesso Matteo, nato ad Aflou, in Algeria, completa la sua vita multietnica avendo come compagna l'attrice venezuelana Ayda Yespica. E della serie "non di solo pallone e gossip vive il calciatore" gli fa onore l 'esperienza e il servizio civile alla Caritas di Milano, dove si occupò a suo tempo di clandestini, rifugiati e profughi. Per Matteo Ferrari, prima del debutto in Nazionale-A del 20 novembre 2002 (amichevole Italia-Turchia 1-1 a Pescara). Anche 28 partite in Under 2l con spesso la fascia di capitano al braccio. In realtà. il orimo "nero italiano" a indossare l'azzurro, anche se solo a livello giovanile, è stato Joseph Dayo Oshadogan, difensore classe 1976. Lo convocò Cesare Maldini a inizío della stagione 1996-97, due paftite da titolare e un subentro: l'Almanacco Panini del '98 lo ritrae due volte nelle foto di rito, al suo fianco gente che avrebbe fatto molta strada, da Ambrosini a Buffon. Oshadogan, nato a Genova da padre nigeriano e madre italiana, cresciuto a Pisa e calcisticamente esploso nel Foggia del dopo-Zeman, carriera ne ha fatta di meno: tanta B e C, una quarantina di preserze in A con la Reggina tra iI 1999 e il 2001 e una recente avventura all'estero, in Polonia, un anno e mezzo nel Widzew Lodz, prima di tornare nell'estate scorsa, da attore poco protagonista nel calcio italiano: gioca nel Lanciano, Lega Pro in prima divisione. Chi è andato vicino a esordire in Nazionale A, convocato nell'ottobre scorso da Lippi ma non impiegato per il doppio impegno di qualificazione mondiale contro Bulgaria e Montenegro, è Fabiano Santacroce, 22enne difensore del Napoli. Nato in Brasile da padre italiano e mamma brasiliana, trasferitosi in Italia (a Corezzana, in Brianza) ad appena due anni, è cresciuto calcisticamente in Lombardia, tra Brugherio, Bellusco, Como e Brescia.
E chi potrebbe arrivarci presto in Nazionale è Stefano Okaka Chuka, attaccante classe 1989, in forza da gennaio al Brescia, ma di proprietà della Roma. Nato a Castiglione del Iago, figlio di una coppia di immigrati nigenani (mamma Doris e papà Austin).è diventato testimonial dell'Italia multirazziale. Prima, con un discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, poi prestando la sua figura a una copertina del Corriere della Sera Magazine in un numero speciale dedicato a "l nuovi i taliàni". Ha cominciato a giocare a calcio giovanissimo, a 12 anni era in una società sateilite del Parma e a 13 al Cittadella. Due stagioni nelle giovanili con tanti gol che attirano l'interesse dei grandi club. Il Milan lo invita a Milanello e lo presenta con tanto di foto ufficiale, ma un blitz di Bruno Conti lo soffia ai rossoneri per assoldarlo, dal luglio 2004, negli Allievi della Roma. Da lì il veloce passo alla Primavera e alla prima squadra, una buona stagione al Modena in B
e, dopo sei mesi di nuovo con i grandi, il prestito al Brescia. Ha una sorella, Stefania, pallavolista di buon livello che gioca nel Club Italia di Ravenna. Niente azzurro, ma più di quindici anni tra i professìonisti con tanta gavetta tra Serie C e B e piu di 150 gettoni in A per Christian Manfredini, nato in Costa d'Avorio ma adottato dall'età di 4 anni da Maria e Domenico Manfredini, da Battipaglia. La trafila nelle giovanili della Juve con un Torneo di Viareggio vinto nel '94 al fianco di Alex Del Piero, poi un lungo giro d'ltalia prima di imporsi nel Chievo dei mircoli. Passato alla Lazio,lo sfizio di un debutto nella nazionale... sbagliata, quella della Costa d'Avorio, con Drogba al fianco ma un Mondiale, il tedesco del 2006, sfumato sul piu bello. E nigeriano... di Cassino il difensore granata Angelo Ogbonna, fisico da corazziere e e grandi prospettive:è un '88, Casiraghi lo tiene sotto osservazione per I'Under 21. Dove un giorno sogna di approdare anche il portiere della Primavera del Torino, Lys Gomis, classe 1989, nativo di Cuneo ma originario del Senegal. Ottime doti tecniche e grandi mezzi fisici, difetta un pò neÌ carattere: lo scorso anno abbandonò un derbyPrimavera in lacrime per gli errori commessi. ln estate, trasferito in prestito alla Spal, lasciò di soppiatto Ferrara perché non si era inserito preferendo fare il quarto portiere al Toro piuttosto che lottare per una maglia da titolare nel club biancazzurro.
Non è titolare ma ha già stabilito un record Stephan El Shaarawy: centrocampista 1992,è il più giovane esordiente in Serie A della più vecchia squadra d'ltalia, il Genoa. Per lui 16 anni, 1 mese e 24 giomi il 21 dicembre 2008, data del suo debutto in Chievo-Genoa quando subentrò all'81 a Jankovic. Qualche buontempone, non necessariamente Presidente del Consiglio, potrebbe etichettarlo come il "meno abbronzato" del nostro undici. Nato a Savona, papà egiziano e mamma ligure, tanti gettoni di presenza nelle varie rappresentative giovanili azzurre, gioca a calcio con lovstesso buon profitto che può vantare a scuola: alunno modello del liceo socio-pedagogico Della Rovere di Savona. E' invece figlio d'arte del grande Patrizio Sumbu (ex campione del mondo dei pesi medi di pugilato negli anni Ottanta) Patrick Kalambay, centrocampista classe'84, cresciuto nelle giovanili del Milan. Nato ad Alcona, nelle vene sangue congolese da parte di padre e italiano per via di mamma Rosa. A 25 anni, con due stagioni in C1, un blitz in B con la Triestina e ancora terza serie oggi, con il Como, il miraggio della A sembra allontanarsi. Ma la grinta del figlio di un campione di pugilato che ha eletto a propri idoli Edgar Davids e Rino Gattuso può ancora riportarlo in alto.
Lassù, a lottare con Balotelli, Ferrari, Liverani e compagnia nell'elite del nosho calcio. Un calcio fatto di tanti campioni, di tanti stranieri e di tanti "neri italiani". Che vivono e lottano, in campo e fuori, per abbattere le barriere dell'ignoranza e della discriminazione. E per zittire quel coro così becerò, stupido, aberrante. E falso.