I tormenti di Doni

14/03/2009 alle 16:07.

IL TEMPO - Ecco l'articolo completo di Alessandro Austini sul momento delicato, sia fisicamente che psicologicamente, per il numero 32 giallorosso, sempre alle prese con acciacchi di vario tipo, ma sempre presente in campo. Non è un caso ma rischia di diventarlo. Doni, portiere titolare della Roma da tre anni e mezzo, sente una brutta aria attorno a sé. Colpa delle critiche che gli continuano a piovere addosso e arrivano sempre dalla stessa direzione. Dopo la partita con l'Arsenal ha dovuto ingerire l'ultima dose di veleno, come se parare un solo rigore su sette sia stata una colpa. A turbarlo non è tanto il contenuto dei giudizi severi sulle sue prestazioni, ma il «pulpito»: teme che la scientifica campagna mediatica contro di lui sia mossa indirettamente da qualcuno in società. Una dinamica perfida e ipotizzabile solo nella città delle radio «romane e romaniste» che ormai incidono più della curva. Quello di Doni è un sospetto, per ora.

Non è un caso ma rischia di diventarlo. Doni, titolare della Roma da tre anni e mezzo, sente una brutta aria attorno a sé. Colpa delle critiche che gli continuano a piovere addosso e arrivano sempre dalla stessa direzione. Dopo la partita con l' ha dovuto ingerire l'ultima dose di veleno, come se parare un solo rigore su sette sia stata una colpa. A turbarlo non è tanto il contenuto dei giudizi severi sulle sue prestazioni, ma il «pulpito»: teme che la scientifica campagna mediatica contro di lui sia mossa indirettamente da qualcuno in società. Una dinamica perfida e ipotizzabile solo nella à delle radio «romane e romaniste» che ormai incidono più della curva. Quello di Doni è un sospetto, per ora.

Ma basta per far scattare strani pensieri nella sua testa. Non aveva mai preso in considerazione l'ipotesi di un futuro lontano dalla Capitale,adesso è pronto a prendere qualsiasi decisione. Anche quella più drastica. Pochi giorni fa ha chiesto un chiarimento a Bruno Conti che lo ha rassicurato ma al non è bastato per ritrovare la serenità. È stato proprio il direttore tecnico a «promuoverlo» guardando le sue prestazioni nel campionato brasiliano in dvd. Nell'agosto del 2005 Doni ha sborsato 18mila dollari per svincolarsi dalla Juventude, si è messo in viaggio per Roma e nel giro di due mesi ha conquistato la fiducia di Spalletti. Che da quel derby del 23 ottobre 2005 non lo ha più tolto dai pali. Poi è arrivata la nazionale, la coppa America vinta da protagonista e tante partite superlative con la maglia giallorossa che gli sono valse un contratto da oltre due milioni di euro netti all'anno. Doni è ora uno dei leader dello spogliatoio e non si è mai tirato indietro.

Ha sopportato per settimane il dolore alla spalla e per quasi due mesi un buco sulla cartillagine del ginocchio. Ragazzo intelligente, dal carattere tranquillo ma che sa essere severo quando serve. Panucci ne sa qualcosa dopo il litigio di Udine l'anno scorso. C'è bisogno di un segnale forte della società per rimettere tutto a posto. A meno che i dubbi del si trasformino in cruda realtà: se la Roma avrà bisogno di vendere un pezzo pregiato in estate, non è escluso che pensi anche a lui. Gli estimatori di Doni, soprattutto all'estero, non mancano. in testa. Intanto i dirigenti giallorossi stanno seguendo da vicino il 26enne estremo difensore del Lecce Antonio Rosati, che ha esordito in serie A domenica scorsa a Reggio Calabria, e potrebbero riportare a casa Curci. Aquilani, invece, ha già raggiunto l'accordo per il rinnovo fino al 2013. Manca solo l'annuncio, come per Juan.