DALLA LUISS MATTEO MONTI E GIANLUCA LIPPI - Il tecnico della Roma Rudi Garcia incontra questa mattina gli studenti dell'Università LUISS Guido Carli. Il tecnico della Roma presenterà nell'occasione la sua autobiografia "Tutte le strade portano a Roma". L'incontro sarà moderato da Massimo Caputi, giornalista de Il Messaggero, e sarà introdotto dal direttore generale dell'ateneo Giovanni Lo Storto. L'evento inizierà alle ore 11.15.
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13.29 - Garcia lascia in questo momento l'università Luiss
12.57 - A margine dell'evento Rudi Garcia ha rilasciato un'intervista a Radio Luiss, web radio dell'ateneo. Queste le sue parole:
Usa sua percezione sul calcio italiano da quando è arrivato in Italia a oggi?
Totalmente differente, dell'Italia non conosceva quasi niente. L'unica cosa è che immaginavo prima di venire qua che la Roma era un grande club e la città la conoscevo: sono stato un weekend qui 3-4 anni fa e avevo già visto questa splendida città
La società aveva dichiarato di fare di Garcia il suo Ferguson. Che progetti ha con la Roma?
Io già l'ho detto, lavoro qui, come ho faqtto negli altri club, come se fosse l'ultimo mio club. Dopo è bello ascoltare questa cosa ma nel calcio è difficile prevedere le cose. Noi allenatori siamo sempre con i risultati: se sono buoni tutto va bene, se sono meno buoni è un pò tutto piu difficile. Ma abbiamo iniziato questo anno e la Roma ha fatto grandi cose, ma soprattutto il progetto della società americana è molto ambizioso ed è quello che mi è piaciuto. Pallotta vuole fare della Roma uno dei più grandi club europei e quello è una cosa bella anche se sarà duro, lungo e difficile perchè anche Roma non si è fatta in un giorno
Che rapporto c'è con la tifoseria? Quanto è mancata quando è stata squalificata?
La tifoseria a Roma è una delle più belle dell'Europa. La curva è il cuore della tifoseria ed era brutto giocare senza loro. Già l'ho detto: quello che mi è piaciuto è che l'obiettivo primario con i giocatori era quello di ridare orgoglio ai nostri tifosi e dopo per esempio la partita contro il Milan vedergli rimanere dopo la vittoria e la bella gara che abbiamo fatto e festeggiare con i giocatori era una cosa piacevole. La mia felicità è questa quest'anno: riavere dato il sorriso ai tifosi
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12.15 - Il tecnico ora risponde alle domande degli studenti:
Come ha reagito nello spogliatoio dopo Catania? Come reagirà la squadra?
"Non ho avuto tante occasioni in questa stagione di gestire una sconfitta... (nuova ovazione della folla, ndr). Questa settimana hanno scoperto un allenatore arrabbiato. Questa cosa può succedere una volta, ma mi auguro non avvenga mai piú. Quando abbiamo perso poi abbiamo sempre vinto. Domenica sono sicuro che vedremo 11 lupi in campo".
Lei ha fatto un grande lavoro anche dal punto di vista psicologico.
"Si ma ho anche dato un'identità ai giocatori e alla squadra. Quando sono arrivato qui avevocapito la delusione dei tifosi, soprattutto per l'ultima partita della scorsa stagione. Un giocatore che non ha fiducia non può dare il meglio di se stesso, mi interessa più l'uomo che il giocatore. Tutti quelli che abbiamo acquistato l'abbiamo fatti in quest'ottica: abbiamo scelto giocatori di talento ma pronti a dare tutto per la maglia. Abbiamo assistito a tanti segnali positivi: il gran gol di Pjanic nella seconda giornata, il gol di Federico Balzaretti".
Se dovesse spiegare in Francia cos'è la Roma?
"La Roma è unica, diventerà uno dei piu grandi club europei, è conosciuta in tutto il mondo, è una cosa importante e che portiamo avanti tutti quanti dal presidente all'ultimo magazziniere. A Roma viene tutto di pancia, non ci sono parole per descrivere quello che si prova ascoltando l'inno".
Ieri Prandelli ha definito Mattia Destro "una sfinge" e un giocatore che deve fare di più, lei cosa ne pensa?
"Mi piace parlare più del gruppo che dei singoli. Mattia è un giocatore dal grandissimo talento, capace spesso di farsi trovare pronto e mi auguro che possa andare al Mondiale. Dovremo continuare comunque a lavorare sulla sua continuità".
Rifarebbe tutte le sue scelte?
"Si, sono contento di essere riuscito a costruire qualcosa di importante quest'anno. Ho seguito l'esempio del Benfica (parte applauso della platea, ndr). Perché che ho detto? (ride, ndr) Il Benfica, comunque, è una squadra che è riuscita a rinascere dopo aver perso tre finali. L'anno prossimo proveremo a vincere anche noi".
La sua opinione sui fatti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia? Si possono recuperare i valori in questo sport?
"È difficile dirlo. Succedono delle brutte cose, come quelle prima della finale di Coppa Italia. Sono lo specchio della società ma attenzione a non generalizzare. Un romanista che litiga con un napoletano? No, è uno stupido, così come succede nella vita di tutti i giorni. Un genitore non deve pensare se portare o meno i figli allo stadio, deve essere una cosa naturale portare la famiglia a vedere una partita. Lo sport è la più bella metafora della vita. Ci sono paesi che sono riusciti a fare qualcosa per il calcio. C'è sempre una bella strada da seguire e tutti dobbiamo spingere in questa direzione. I tifosi devono avere il carattere di cacciare fuori dagli stadi questi stupidi".
Il rafting estivo nel ritiro di Riscone è stato un episodio aggregativo per il gruppo, ce ne sono stati altri?
"Questi sono dei segnali, ho tanti grandi uomini e campioni come Daniele De Rossi. Penso che i giocatori abbiano capito subito quello che avevo in mente e ne sono felice, perché per gli obiettivi dell'anno prossimo non serviranno solo grandi giocatori, ma anche uno spogliatoio forte".
La Roma gioca un calcio europeo. Contro il Benfica la Roma ce l'avrebbe fatta? La lotta scudetto per la prossima stagione?
"La cosa strana è che l'anno prossimo forse avremo meno punti, ma vinceremo lo scudetto. Mi auguro di fare una grande Champions League, perché non si può programmare in un anno. Però i soldi non sono tutto, non è sempre con i soldi che si vince una Champions: Manchester City, PSG e Chelsea sono un esempio".
Un consiglio per come riuscire ad imporsi qui a Roma?
"Sono una guida più che un allenatore, ho un atteggiamento importante con la squadra, sono motivato e ho la fortuna di avere a disposizioni grandi giocatori e grandi leader.Mi auguro di vedere nuovamente questa sinergia nella Roma di fine campionato e della prossima stagione, come quando De Sanctis si arrabbia tantissimo per aver subito un gol. Siamo sempre pronti per la battaglia. Quando vedo la squadra prima di entrare in campo, con quella carica, sono molto tranquillo e non vorrei essere nei panni della squadra avversaria".
12.06 - Il tecnico risponde alle domande dei moderatori a proposito della sua autobiografia:
Conviene scrivere un libro?
"L'idea è stata di un mio amico giornalista, che mi ha chiesto di scrivere la mia storia. La cosa che mi piace è parlare del mio mestiere, il mio lato pubblico. Non mi piace parlare della vita privata, ma in questo libro c'è molto di me. Il mio amico mi ha fatto aprire. Quando siamo bambini c'e sempre una passione. Penso che anche se la passione diventa un mestiere, come nel mio caso, serve dare tempo alle proprie passioni".
Come nasce la sua passione?
"Ho seguito il mio papà quando era allenatore. Sapevo già, forse, che mi sarebbe piaciuto questo mestiere e l'ho fatto. L'esempio dei miei genitori è stato molto importante".
È importante essere prima calciatore e poi allenatore?
"E' importante per capire le reazioni dei giocatori e quanto possano essere furbi (ride, ndr)".
Si può arrivare anche senza scorciatoie al vertice?
"Ci sono tanti allenatori vincenti che sono usciti fuori ora in Francia. L'importante è credere in se stessi. Anche se la strada è in salita, può succedere di farcela. Io ho sempre avuto questo carattere: più una cosa è difficile, più sono un combattente. Credo che sia un po' un mio difetto essere un eterno insoddisfatto. Ma la prossima stagione voglio fare meglio (applauso dei presenti, ndr). Avevo detto andiamo alla LUISS, che è un universitá, ma non mi aspettavo questo piccolo Stadio Olimpico (ovazioni e cori per il tecnico, ndr)".
Lei è un grande comunicatore: un talento naturale?
"Mi sono sempre piaciute le parole, possono dire molto più di altri cose. Bisogna sempre essere attenti a quel che si dice, però. Oggi la comunicazione è molto importante, anche a Roma i media sono molto presenti. Oggi ognuno è responsabile della propria comunicazione con i social network, bisogna usarli con calma e intelligenza".
Mi ha colpito la sua preparazione: è stato in grado dalla prima conferenza a dire le cose giuste, è un grande pregio.
"E' stato difficile all'inizio non avere la sottigliezza di linguaggio per comunicare e parlare bene. La vostra è una bella lingua, io parlo lo spagnolo e la grammatica è simile. Era fondamentale per me parlare la vostra lingua, per una forma di rispetto nei confronti di tifosi e giornalisti".
Il treno giusto passa sempre nella vita?
"Si ma a volte passa solo una volta, come è stato quello della Roma. Ho incontrato Sabatini a milano, poi sono partito per conoscere Pallotta e poi sono tornato a Lille. Oggi tutto è internazionale, bisogna andare in Europa e bisogna essere preparati".
Mister quando ricanterà il 'porompompero'?
"Mai. E' stata una montatura dei giornali."
11.48 - Rudi Garcia fa il suo ingresso nell'aula che ospiterà l'evento, accolto dai cori dei presenti - GUARDA I VIDEO - 1 - 2
11.26 - Arrivato in questi istanti Rudi Garcia, accolto dagli applausi dei presenti. Il tecnico, prima di iniziare la conferenza, si incontrerà con i dirigenti dell'ateneo. L'evento inizierà alle 11.45.
11.10 - Si attende ancora l'arrivo di Garcia. Presumibilmente slitterà l'inizio della conferenza, inizialmente previsto per le 11.15
10.18 - Presente il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni, arrivato in questi istanti.