Roma, così non va

02/03/2013 alle 10:29.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un problema in prospettiva. Se la Roma si qualificasse per una coppa europea, il prossimo anno la giocherebbe. Ma c’è bisogno di dare una sistemata ai conti per sfuggire alle tenaglie del fair play finanziario imposto dall’Uefa che minaccia tutti i club italiani e non.

La semestrale chiusa al 31 dicembre 2012 e approvata l’altroieri cda evidenzia una perdita di 26 milioni, che va ad aggiungersi al «rosso» di oltre 55milioni registrato nello scorso esercizio.



E siccome la società per il bilancio annuale da chiudere a giugno prevede «una perdita significativa, seppure inferiore rispetto all’esercizio precedente», la Roma si porterà dietro un fardello da circa 90 milioni nel biennio. Praticamente il doppio del limite di 45 fissato da Platini. Se la squadra giallorossa tornerà in Europa sarebbe scontato il «warning», l’avvertimento dell’Uefa, ma le sanzioni saranno graduali nei prossimi anni. Toccherà a una commissione disciplinare giudicare caso per caso, la Roma avrebbe l’attenuante del cambio di proprietà che viene considerata dai parametri, ben più grave la situazione ad esempio del Milan che ha un indebitamento di oltre 300 milioni. A Trigoria se la passano un po’ meglio, con una posizione finanziaria netta al 31 dicembre a debito di 92 milioni di euro, in peggioramento di 35,9 milioni di euro rispetto al giugno precedente.



I costi del semestre (70 milioni) sono rimasti pressoché invariati, i ricavi (57,8 milioni) cresciuti del 20% grazie soprattutto al maggiore numero di gare giocate in casa e al marketing. L’accordo con Volkswagen ha portato in cassa 1,1 milioni e prevede la possibilità di rinnovo automatico per un’altra stagione. Ora si attende lo sponsor tecnico: Nike è in vantaggio ma entrerebbe solo dalla stagione 2014/15.

Intanto Unicredit ha concesso una seconda linea di credito da 20 milioni come anticipo dei diritti tv e delle rate future della cessione di al Liverpool. Per pagare gli stipendi, tra gennaio e febbraio la banca e gli americani hanno inoltre anticipato altri 15 milioni dell’aumento di capitale, oltre ai 50 già versati lo scorso anno.




La ricapitalizzazione totale sarà inevitabilmente superiore agli 80 milioni previsti: entro il 14 sapremo se parteciperà anche lo sceicco Adnan oppure gli attuali proprietari dovranno trovare da soli altre risorse. La continuità aziendale è garantita, le coppe del futuro no: l’Uefa non calcola gli aumenti di capitale nei suoi parametri. Stadio di proprietà e introiti sono le ancore di salvezza.